È stato premiato con il singolare premio Ig Nobel lo studio che indaga il senso di sé dei gemelli monozigoti
Un team di ricercatori coordinato da Salvatore Aglioti, responsabile del Laboratorio di Neuroscienze sociali della Sapienza e della Fondazione Santa Lucia di Roma, insieme al Registro nazionale gemelli dell’Istituto superiore di sanità, ha esaminato la capacità dei gemelli monozigoti di distinguere il proprio volto da quello del gemello. Lo studio, pubblicato sulla rivista Plos One, si è aggiudicato l’Ig Nobel, il singolare riconoscimento che viene attribuito ogni anno alle ricerche più stravaganti. La cerimonia di premiazione si è svolta il 14 settembre presso la Harvard University (Cambridge, Massachusetts, USA). A ritirare il premio, in rappresentanza del gruppo di ricerca, Ilaria Bufalari e Matteo Martini. Il presupposto della ricerca è la capacità di riconoscersi allo specchio, capacità specifica dell’uomo e di poche altre specie animali, che è alla base di abilità cognitive più complesse, come l’autoconsapevolezza. I gemelli monozigoti rappresentano un’interessante eccezione in questo contesto, in quanto il loro viso è pressoché identico a quello del fratello gemello.
DIABETE DELL'ADULTO: CONOSCERLO E AFFRONTARLO
18 Set 2017 Scritto da Comunicato Stampa Università La Sapienza
Lo studio descrive le caratteristiche della malattia, ne indica le terapie e il rischio di complicanze
Esiste una forma di diabete autoimmune a lenta evoluzione che si manifesta dopo i 30 anni e che viene definito LADA (acronimo dall’inglese: Latent Autoimmune Diabetes in Adults). Ancora poche sono le conoscenze riguardo questa patologia, che non richiede un trattamento insulinico per almeno sei mesi dalla diagnosi e che comunemente viene diagnosticata come diabete di tipo 2. Infatti, nella fase iniziale, il diabete LADA è caratterizzato da una minore compromissione del metabolismo glucidico rispetto al diabete di tipo 1 classico, ma, come dimostrato da studi epidemiologici condotti negli ultimi dieci anni, la prevalenza di tale forma di diabete è sovrapponibile a quella del diabete tipo 1 ad insorgenza giovanile.
“NOI VS LORO”: STIMOLI EMOTIVI E CATEGORIZZAZIONE SOCIALE
15 Set 2017 Scritto da Comunicato Stampa Università La SapienzaLo studio osserva, attraverso i cambiamenti di temperatura della pelle, la relazione tra stimoli emotivi e categorizzazione sociale
I ricercatori del Dipartimento di Psicologia e della Fondazione Santa Lucia hanno condotto una ricerca per studiare, attraverso i cambiamenti di temperatura della pelle, come, a seconda degli stimoli emozionali che riceviamo, siamo indotti a includere o escludere gli altri dalla nostra sfera sociale.
Il principio su cui si basa lo studio è che la temperatura della pelle è influenzata dal cambiamento dei muscoli e della microcircolazione, controllata dal sistema nervoso vegetativo (detto anche autonomico) la cui attività è largamente indipendente dalla volontà.
La ricerca, coordinata da Salvatore Maria Aglioti del Dipartimento di Psicologia della Sapienza, in collaborazione con la Fondazione Santa Lucia, è pubblicata sulla rivista Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences. Per dimostrare l’associazione tra i cambiamenti di temperatura facciale e il modo in cui percepiamo chi ci sta attorno, i ricercatori hanno presentato ai partecipanti stimoli affettivi di cui erano più o meno consapevoli, detti rispettivamente stimoli supraliminali e subliminali.
Hanno quindi rilevato la reazione fisiologica provocata attraverso una termocamera, un dispositivo in grado di misurare con altissima sensibilità l’emissione di calore del corpo, attraverso sistemi avanzati di registrazione del segnale infrarosso detti functional Infrared Thermal Imaging (fITI).
MENO SALE, PIÙ DIFESE CONTRO LE MALATTIE AUTOIMMUNI
15 Set 2017 Scritto da Comunicato Stampa Università La SapienzaUn gruppo di ricerca ha osservato l'effetto proinfiammatorio del sale nelle cellule del sistema immunitario . L’eccessivo introito salino è sospettato da tempo di essere una delle possibili cause dell’aumentata incidenza delle malattie autoimmuni osservata negli ultimi anni, in quanto si è visto – in modelli animali – favorire l’attivazione di alcune cellule dotate di elevata attività infiammatoria (linfociti T-helper 17). Partendo da questo presupposto, un gruppo di ricerca diretto da Guido Valesini, del Dipartimento di Medicina interna e specialità mediche, ha osservato la correlazione esistente fra l’apporto di sale nell’alimentazione e le malattie autoimmuni. Lo studio, appena pubblicato su Plos One, ha verificato come il sale contenuto nella dieta possa avere un effetto pro-infiammatorio nelle cellule del sistema immunitario di pazienti con artrite reumatoide e lupus eritematoso sistemico, due tra le malattie autoimmuni più frequenti.
SIMIT – Malaria e Chikungunya: nessuna meraviglia per gli specialisti
12 Set 2017 Scritto da Società italiana di malattie infettive e tropicali“La febbre Chikungunya è generalmente benigna e guarisce spontaneamente” dichiarano Massimo Andreoni e Massimo Galli, rispettivamente Past President e Vice Presidente SIMIT. Le malattie già segnalate alle Autorità sanitarie nel 2015 nel Libro Bianco delle Malattie Infettive.
La SIMIT precisa quali sono le cause e le possibili conseguenza in merito ai recenti casi emersi a Trento e ad Anzio (in provincia di Roma) rispettivamente di malaria e di Chikungunya.
La morte di una bimba avvenuta nei giorni scorsi per malaria da Plasmodium falciparum ha suscitato grande emozione e comportato richieste di informazioni a vari infettivologi di SIMIT. “La ricostruzione dell’accaduto potrà derivare solo dal completamento dalle indagini epidemiologiche e di laboratorio in corso” spiega il Prof. Massimo Andreoni, Direttore U.O.C. Malattie infettive, Università di Tor Vergata e Past President SIMIT . “L’eccezionalità del caso, la complessità della materia e la volontà di fare chiarezza ed evitare possibili equivoci nell’interpretazione di quanto riportato dai mezzi di comunicazione ci portano tuttavia a ritenere utile precisare quanto segue” aggiunge il Prof. Massimo Galli, vicepresidente SIMIT e Ordinario di malattie Infettive presso l’Università di Milano:
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La malaria può essere trasmessa solo da un vettore (una zanzara del genere Anopheles), come accade nella stragrande maggioranza dei casi, o per scambio di siringa volontario tra tossicodipendenti(circostanza che non si verifica in Italia da molto tempo), o per incidente in ospedale (trasfusione, trapianto d’organo o altro tipo di incidente che comporti l’inoculazione del sangue di un paziente malarico in un’altra persona). Cinque specie di plasmodi (sulle oltre cento note) sono in grado di causare malaria nell’uomo. Le specie di Anopheles sono circa 430, di cui 30-40 possono trasmettere malaria. Ciascuna di esse è adattata a una specie di plasmodio o a una sottopopolazione nell’ambito di ciascuna specie.
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