Il 55% delle morti delle donne, in Europa, e' causato da cardiopatia ischemica e ictus. Dopo gli 80 anni, le donne colpite da ictus sono il 20% in piu' rispetto agli uomini. Ma alcune specifiche condizioni rendono il rischio molto piu' elevato anche nelle fasce di eta' piu' giovani. Dal punto di vista epidemiologico, ogni 100.000 donne in eta' fertile si registrano 4,4 ictus ischemici che rappresentano circa l'85% per centro di tutti gli stroke. In modo particolare, per le donne che soffrono di emicrania con 'aura', che utilizzano contraccettivi orali e hanno il vizio del fumo, si registra un rischio 30 volte maggiore di essere colpite da ictus. Nel corso degli ultimi anni si e' evidenziato come fattori esclusivamente femminili (ormoni, gravidanza, parto, menopausa) agiscano a breve, medio e lungo termine, aumentando il rischio di ictus lungo l'arco dell'intera vita della donna.

"Secondo una meta-analisi che combina i risultati di piu' studi precedenti, la pillola anticoncezionale aumenta il rischio ictus di 1,9 volte, facendo salire l'incidenza a 8,5 ictus ogni 100.000 donne- dichiara la Professoressa Valeria Caso, neurologa presso la Stroke Unit dell'Ospedale di Perugia e Presidente dell'European Stroke Organization- Il rischio calcolato rimane basso: una donna ogni 24.000 su quelle che assumono la terapia anticoncezionale. Questo rischio, pero', aumenta se le donne oltre ad assumere la pillola, fumano, hanno la pressione alta o hanno una storia di emicrania".
 
 
 
Le alterazioni genetiche ad oggi note sono oltre 3mila, ma e' un continuo scoprirne di nuove: dalle piu' comuni come la trisomia del cromosoma 21 (cioe' la sindrome di Down) alla talassemia (malattia ereditaria del sangue che comporta anemia e colpisce il 5-6% della popolazione italiana). L'incidenza di queste alterazioni genetiche e' varia, poiche' dipende dall'eta' della donna: in una ventenne si tratta del 2%, ma in una donna quarantenne raggiunge il 18-20%.
Nel campo della Procreazione medicalmente assistita ci sono intanto delle novita': da circa 6 mesi, infatti, all'ospedale Santa Margherita di Cortona e' disponibile un nuovo servizio volto a prevenire la trasmissione di alterazioni genetiche. Si chiama diagnosi genetica preimpianto (Pdg secondo l'acronimo) e viene effettuata per la prima volta a livello di sistema sanitario pubblico; in pratica, il cittadino dovra' pagare solamente il ticket. Il servizio sara' presentato il 23-24 febbraio a Firenze, in occasione del primo congresso di presentazione dell'attivita' della Fondazione di partecipazione Pma Italia. "In altri termini- spiega Luca Mencaglia, direttore Unita' Operativa Complessa Centro Pma Usl sud-est Toscana- si tratta di una diagnosi prenatale prima che cominci la gravidanza. Oggi la diagnosi si fa con l'amniocentesi, alla 12esima settimana di gravidanza: in caso di rilevamento di una patologia genetica, le donne praticano l'aborto, con tutte le conseguenze fisiche e psicologiche che cio' comporta".
 
 
 
Secondo l'Organizzazione mondiale della sanita', la cefalea e' tra i disturbi del sistema nervoso piu' diffusi, con conseguenti gravi problemi di salute e disabilita'. I ricercatori del Consiglio nazionale delle ricerche- Istituto per i sistemi agricoli e forestali del Mediterraneo (Isafom-Cnr) e Istituto di scienze neurologiche (Isn-Cnr)- si sono interessati all'argomento con uno studio sui rimedi vegetali usati dalla medicina popolare italiana tra il XIX ed il XX secolo. La ricerca e' stata pubblicata sul Journal of Ethnopharmacology.

"Alla luce delle attuali conoscenze farmacologiche, circa il 79% delle piante utilizzate nel passato presenta metaboliti secondari (composti organici che non hanno una funzione diretta sulla crescita e lo sviluppo delle piante) con azione anti-infiammatoria e analgesica e comunque in grado di contrastare i meccanismi ritenuti alla base delle principali forme di cefalee- spiega Giuseppe Tagarelli dell'Istituto per i sistemi agricoli e forestali del Mediterraneo (Isafom-Cnr)- Componenti organici quali flavonoidi, terpenoidi, fenilpropanoidi sembrano poter bloccare, in vivo, i mediatori chimici coinvolti nell'insorgenza delle cefalee. Ad esempio, i diterpeni estratti dal girasole, dal sambuco e dall'artemisia agiscono sulle cavie come i Fans, i farmaci antiinfiammatori non steroidei che solitamente si assumono contro le cefalee, oltre che per ridurre lo stato infiammatorio in patologie articolari, reumatologiche e muscolo-scheletriche. Questi metaboliti secondari sono infatti in grado di bloccare la produzione degli enzimi che favoriscono la biosintesi delle prostaglandine, mediatori dell'infiammazione".
 
 
L'impatto che lo sviluppo delle tecnologie, l'utilizzo della rete, degli smartphone e il loro uso eccessivo possono avere in periodi sensibili dello sviluppo cerebrale come il periodo adolescenziale non sono ancora pienamente valutabili.

"L'adolescenza e' un periodo centrale del percorso di sviluppo individuale" spiega in un comunicato Francesca Merzagora, presidente Onda, "che richiede la stessa attenzione dell'infanzia, e' una transizione neurobiologica fondamentale per dare forma al cervello adulto. Il ruolo della famiglia e' centrale per individuare i rischi a cui sono esposti gli adolescenti come l'abuso di nuove tecnologie che prima del sonno impatta negativamente sui circuiti cerebrali alterando il ritmo sonno - veglia". La tecnologia comporta una modificazione dei concetti di tempo e spazio, permettendo di osservare una profonda accelerazione dei ritmi di vita e allo stesso tempo riducendo le distanze. "Tutto questo comporta una sovrastimolazione sensoriale", chiarisce Gemma Lacaita, direttore socio sanitario della Asst Fbf-Sacco di Milano, "tutti siamo sottoposti a sempre maggiori stimoli, che possono comportare importanti conseguenze sul benessere psichico individuale".
 
Dalla falsa correlazione tra vaccini e autismo agli effetti 'miracolosi' di alcune sostanze contro tumori e Aids, le fake news in sanita' corrono veloci in rete e si diffondono sotto l'effetto moltiplicatore delle condivisioni, spesso acritiche, sui social network. Per contrastare questo fenomeno e' da oggi online (agli indirizzi www.dottoremaeveroche.it e https://dottoremaeveroche.it) 'Dottoremaeveroche', il nuovo sito della Fnomceo (Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri) che si rivolge da un lato ai cittadini, per rispondere ai loro principali dubbi sulla salute, dall'altro ai medici di famiglia, destinatari di nuovi strumenti (video, infografiche e schede riassuntive) per chiarire le paure dei loro assistiti. La presentazione del portale e' avvenuta oggi a Roma, nella sede del ministero della Salute, nell'ambito del corso di formazione 'La comunicazione della salute al tempo delle fake news: il ruolo del giornalista quale 'garante' dell'informazione'. Intanto anche gli youtuber romani Lorenzo Tiberia e Leonardo Bocci, in arte gli Actual, sono scesi in campo a fianco dei medici realizzando un video ironico sul tema delle 'fake news' in sanita', proiettato sempre oggi in occasione dell'evento.

Una ricerca dell’Università di Pisa pubblicata sulla rivista Ecological Economics ha analizzato il collegamento tra Prodotto interno lordo e aumento dei casi di tumore in 122 Paesi del mondo

Crescita economica e nuovi casi di tumori crescono di pari passo, a mostrarlo è una ricerca condotta all’Università di Pisa su 122 Paesi nel mondo, Italia compresa. Lo studio firmato da Tommaso Luzzati, Angela Parenti e Tommaso Rughi del dipartimento di Economia e Management è stato pubblicato sulla rivista “Ecological Economics” e, oltre a rilevare il fenomeno, cerca anche di analizzare le cause della cosiddetta “epidemia di cancro” che colpisce moltissimi paesi, soprattutto sviluppati. Per farlo i tre economisti sono partiti dai dati provenienti dal database Globocan, un progetto dell'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione Mondiale per la Sanità. L’analisi ha quindi riguardato 122 paesi, ovvero circa il 90% della popolazione mondiale, e le otto tipologie di tumori più diffuse (polmone, seno, colon-retto, prostata, stomaco, fegato, cervice uterina, esofago).
“Secondo un’idea abbastanza diffusa – spiega Tommaso Luzzati - l’aumento dei casi di tumore nei paesi più ricchi sarebbe una “buona notizia” perché si legherebbe sia ad una migliore capacità di diagnosi e, quindi efficienza dei sistemi sanitari, sia all’allungamento della vita che “consentirebbe” alle persone di ammalarsi di cancro anziché morire prima per altre cause”. 
Lo scopo principale della ricerca è stato quindi quello di valutare fino a che punto questa idea sia fondata. 

 
Il diabete e' una malattia metabolica caratterizzata da aumentati livelli di glucosio nel sangue, che costituiscono un importante fattore di rischio per complicanze cardiovascolari, renali e retiniche. Due principali fattori concorrono a produrre gli elevati livelli di glucosio: la diminuita capacita' di azione dell'insulina e un difetto delle cellule del pancreas (le beta-cellule) che secernono insufficienti quantita' di insulina (o 'di questo ormone').

Sebbene nella letteratura scientifica siano presenti studi in vivo, nonche' ricerche in vitro sul difetto di secrezione insulinica, e' ancora in buona parte sconosciuta la dinamica dei processi responsabili del difetto beta-cellulare che caratterizza questa malattia. Una fondamentale difficolta' di queste ricerche e' infatti l'impossibilita' di adottare in vivo, nell'uomo, le tecniche d'indagine usate in laboratorio. Grazie a uno studio, coordinato dall'Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche (In-Cnr) di Padova in collaborazione con l'Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa e le universita' di Pisa e di Pittsburgh (Usa), e' stato possibile confrontare i risultati ottenuti in vitro con quelli su pazienti diabetici ed avere conferma dei meccanismi responsabili del difetto di secrezione insulinica, fondamentale nello sviluppo del diabete di tipo 2, la forma piu' comune che interessa il 90% dei casi e che si sviluppa prevalentemente a partire dai 40 anni di eta'. I risultati sono stati pubblicati su 'Diabetes'.
 
 
Dopo cibo, cultura, moda e design anche la salute si candida a diventare, a pieno titolo, uno dei tratti distintivi del 'made in Italy' per portare l'Italia tra le destinazioni primarie di 'turismo medicale' (la ricerca di cure in luoghi diverso da quello di residenza, all'interno della stessa nazione o all'estero, ndr). Secondo le stime dell'Osservatorio Ocps-Sda Bocconi il nostro Paese genera oggi un valore pari a 2 miliardi di euro, che secondo gli osservatori internazionali potrebbe arrivare a 4, implementando l'offerta di servizi sanitari e turistici offerti agli stranieri.

Il saldo per ora e' ancora negativo, con circa 200mila italiani che vanno oltre confine cercando, prevalentemente, prestazioni meno care in chirurgia dentale, estetica e ricostitutiva, trapianto dei capelli. Solo 5mila gli stranieri arrivati in Italia (principalmente da Paesi Arabi, Russia, Svizzera, Balcani) spinti pero' dalla ricerca di trattamenti ad alto tasso di specializzazione in neurologia, cardiochirurgia, oncologia, chirurgia bariatrica e ortopedia. Questo si riflette sulla spesa media che oscilla tra i 20 e i 70 mila euro, senza calcolare le spese generate dal corollario turistico.
 
 
Ma davvero le intolleranze alimentari sono la causa di tutti i mali, dal gonfiore addominale, all'obesita', alla calvizie? E, per svelarle, si puo' far conto su test come l'analisi del capello o l'iridologia, magari condotti in un centro non autorizzato da parte di personale non sanitario? Per 'curarle', poi, e' saggio eliminare drasticamente dalla dieta alcuni alimenti? Potrebbe a volte sembrare cosi', leggendo riviste non troppo specializzate, cercando informazioni su google o risposte di salute da figure non abilitate a fornirle. Dar retta alle lusinghe di queste moderne sirene che promettono- e a volte anche ottengono, ma a prezzo di gravi carenze nutrizionali e compromissione anche irreversibile dello stato generale di benessere- la perdita dei 'sette chili in sette giorni' del repertorio della commedia all'italiana puo' pero' costare caro. E, a farne le spese, oltre che il portafoglio e' soprattutto la salute. Ora, a fare chiarezza, arriva un decalogo condiviso dalla Federazione nazionale degli ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri - Fnomceo e dalle principali societa' scientifiche di settore. Il Decalogo, che portera' l'imprimatur del Ministero della Salute, sara' presentato in anteprima assoluta venerdi' 16 febbraio, nell'ambito dell'incontro "La comunicazione della Salute al tempo delle fake news: il ruolo del giornalista quale 'garante' dell'informazione" (gratuito, 4 crediti Fpc giornalisti), che si terra', dalle 14 alle 18, presso l'Auditorium del Dicastero di Lungotevere Ripa 1. A ripercorrerne la nascita e gli obiettivi saranno Gianluigi Spata, componente del Comitato Centrale Fnomceo, Antonio Caretto - Presidente Adi (Associazione Italiana Dietetica e nutrizione Clinica) e Barbara Paolini - Vicesegretario Adi.

Investigati i meccanismi responsabili del difetto di secrezione insulinica nei pazienti diabetici. Lo studio, coordinato dall’Istituto di neuroscienze del Cnr di Padova, migliora la comprensione di questa malattia integrando studi in vitro e in vivo e superando i limiti degli approcci puramente sperimentali. I risultati sono stati pubblicati su ‘Diabetes’

Il diabete è una malattia metabolica caratterizzata da aumentati livelli di glucosio nel sangue, che costituiscono un importante fattore di rischio per complicanze cardiovascolari, renali e retiniche. Due principali fattori concorrono a produrre gli elevati livelli di glucosio: la diminuita capacità di azione dell’insulina e un difetto delle cellule del pancreas (le beta-cellule) che secernono insufficienti quantità di insulina (o ‘di questo ormone’). Sebbene nella letteratura scientifica siano presenti studi in vivo, nonché ricerche in vitro sul difetto di secrezione insulinica, è ancora in buona parte sconosciuta la dinamica dei processi responsabili del difetto beta-cellulare che caratterizza questa malattia. Una fondamentale difficoltà di queste ricerche è infatti l’impossibilità di adottare in vivo, nell’uomo, le tecniche d’indagine usate in laboratorio.

 

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