I 150 anni di Unità d’Italia sono un’occasione irripetibile per riappropriarsi del nostro passato e per rafforzare la nostra identità nazionale.  Una lettura della storia dello Stato italiano ci può venir data dai cambiamenti avvenuti nello stato di salute della popolazione, dall’evoluzione delle conoscenze scientifiche e tecnologiche e dalle forme di assistenza sanitaria erogate dal 1861 ad oggi.  L’Unità d’Italia ha giovato alla sanità pubblica consentendo di affrontare le problematiche sanitarie con strategie nazionali. L’esempio più importante del ruolo dell’Unità è dato dalla vaccinazione che consentì di eliminare nel nostro Paese malattie terribili come il vaiolo, la poliomielite, il tetano, la difterite.  L’Italia post-unitaria era un paese prevalentemente agricolo caratterizzato da un altissimo tasso di povertà soprattutto nelle campagne. Il tasso di mortalità infantile era estremamente elevato. La durata della vita media non superava per uomini e donne i 35/40 anni. La miseria, la disoccupazione indussero centinaia di migliaia di nostri connazionali del Veneto, della Lombardia ma anche delle regioni meridionali a scegliere la strada della emigrazione alla ricerca di prospettive di vita decorosa per sé e per la propria famiglia. La pellagra era la malattia che più di ogni altra era strettamente associata alla povertà. Essa era dovuta al fatto che i contadini si nutrissero esclusivamente di polenta. Si manifestava con dermatite, diarrea e demenza. Molti manicomi dell’epoca erano pieni di soggetti affetti da pellagra.  Nella seconda metà dell’ottocento e per buona parte del novecento uno dei maggiori problemi sanitari era rappresentato dalla malaria che affliggeva prevalentemente le popolazioni del centro e del sud Italia isole comprese.  Tappe fondamentali della lotta alla malaria furono: la scoperta da parte di Giovan Battista Grassi della trasmissione dell’infezione attraverso la zanzara Anophele, la distribuzione del chinino di stato negli spacci di Sali e tabacchi come misura di terapia e profilassi per la popolazione, le bonifiche dell’Agro Romano e dell’Agro Pontino  avvenute nel Ventennio fascista e la disinfestazione con DDT intrapresa nell’immediato dopoguerra grazie agli aiuti americani.

L’Accademia di Storia dell’Arte sanitaria ha inaugurato il 26 novembre, presso la Sala Alessandrina del Museo Storico Nazionale dell’Arte Sanitaria in prossimità dell’Ospedale di Santo Spirito di Roma, l’Anno Accademico 2010-2011. Una intensa e proficua attività culturale e scientifica nel campo della medicina che l’Accademia svolge sin dal 1920, anno della sua fondazione, anche attraverso la custodia del Museo Nazionale di Storia dell’Arte Sanitaria, uno dei più importanti a livello mondiale.
In questi ultimi anni, obiettivo prioritario dell’Accademia è stato quello di rinnovare i suoi rapporti di collaborazione con le Università e con altre organizzazioni scientifiche del settore della Salute, della Medicina e delle altre discipline affini come bioetica, antropologia, sociologia.

James Barry, di origine scozzese, aveva un'intelligenza assai viva e un'indomita passione per la medicina. Lo dimostra il fatto che riuscì a laurearsi a soli 17 anni, nel 1812, a Edimburgo, con un lavoro sull'ernia inguinale, che oltretutto lasciava presagire una pronunciata predilezione per la chirurgia.

Nella tesi venivano ringraziati, per il sostegno dato ai suoi studi, Francisco de Miranda, un illuminato rivoluzionario venezuelano, e Lord Buchan, un noto aristocratico inglese.

Pochi mesi dopo la laurea, nel gennaio del 1813, Barry superò l'esame presso il Royal College of Surgeons di Londra per entrare, in qualità di chirurgo, nella sanità militare. Era l'inizio di una lunga carriera che, percorsa rapidamente, sarebbe durata oltre 50 anni.

L'orecchio è l'alleato più valido per un musicista, attraverso di esso egli si accerta se una intonazione è perfetta o se l'impasto timbrico che deriva dall'insieme di più strumenti che suonano contemporaneamente è giusto o meno rispetto all'effetto che deve produrre. Lo stesso orecchio è responsabile della percezione di ogni sfumatura sonora che può produrre una voce umana, il canto a voce piena o sommessa crea un'atmosfera diversa nell'ascoltatore, che proprio grazie all'udito - perfetto o no - coglie pienamente il significato di una o di un'altra frase musicale.

Possedere un udito raffinato è dote di pochi, ancora oggi, e proprio per questo raccontiamo una storia legata ad un grande musicista del passato: lo sapevate che Mozart aveva un orecchio eccezionale? Beh, naturale, direte voi, un genio della musica! Ma qui non si tratta solo di musica: è vero che al tempo in cui visse il grande compositore l'orecchio era il solo ed unico modo per sentire se davvero le intonazioni dei vari strumenti erano giuste e in accordo fra loro, o anche se un solo strumento in un insieme era perfettamente accordato, o ancora se una sola voce fra le tante non era intonata al punto giusto. Ma nella storia di Mozart c'è di più.

Anche gli avversari più malevoli riconoscevano che Mozart aveva un "orecchio" straordinariamente fine che gli consentiva di individuare errori di intonazione anche minimi sia negli insiemi strumentali sia in quelli vocali, la musica corale scritta da Mozart è davvero speciale per quel suono perfettamente amalgamato formato da voci perfettamente legate da armonie perfette che sembrano accarezzare l'orecchio.

Ma non parliamo solo di orecchio musicale: poiché Mozart aveva una evidente malformazione all'orecchio sinistro alcuni ritennero che le due cose fossero in relazione, cioè che l'artista fosse musicalmente così dotato proprio a causa di quella anomalia fisica, e ne venne fuori una leggenda che perdura ancora oggi.

 

Il primo documento sul potere degli antibiotici porta una data antica: 1895. E' uno scarno, incolore libretto conservato per cento anni e più negli archivi della Università di Napoli. "Appare chiaro", vi si legge "che nella sostanza cellulare delle muffe esaminate sono contenuti dei principi solubili in acqua forniti di azione battericida".

Autore, un medico da poco laureato, Vincenzo Tiberio, che aveva chiesto e faticosamente ottenuto di verificare presso i laboratori di Igiene della facoltà di medicina i risultati delle osservazioni fatte nel cortile della casa in cui temporaneamente abitava ad Arzano, un comune della provincia napoletana. La relazione, stampata a cura dell'Università, finì in archivio senza che nessuno si rendesse conto della portata della scoperta. Perché il giovane Tiberio, molisano di Sepino, aveva intuito il potere degli antibiotici trentaquattro anni prima di Fleming.

Ancor adesso il nome di Tiberio è ignoto ai più (benchè il Comune di Roma gli abbia intitolato una strada e la municipalità di Sepino abbia innalzato una targa sulla sua casa natia). Il medico molisano appartiene alla schiera, lunghissima, degli italiani dalla genialità misconosciuta. Era nato nel comune molisano, l'antica Saepinum, da famiglia di buona borghesia. Il padre, Domenico Antonio, era notaio: con la moglie e due figli abitava in un palazzetto signorile, oggi riconoscibile per la lapide che vi fu a suo tempo murata. Vincenzo rivelò già da bambino le proprie curiosità e attitudini. Lo distingueva dai coetanei l'hobby di raccogliere sassi e catalogarli in un quadernetto.

 

L’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria
inaugura l’anno accademico 2009-2010

Con l’approssimarsi delle celebrazioni per il 150°anniversario dell’unità d’Italia, l’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria ha voluto dedicare al tema ‘Goffredo Mameli e la Repubblica Romana del 1849’ la cerimonia inaugurale dell’Anno Accademico 2009-2010 (nell’ottantanovesimo anno  dalla sua Fondazione) che si è tenuta il 18 marzo a Roma presso la Sala Alessandrina, all’interno del Museo storico dell’Arte Sanitaria del Complesso Monumentale di Santo Spirito.

Per l’occasione è stata data anche adeguata sistemazione ad un cimelio, da tempo in possesso del Museo, rappresentato dalla lastra di marmo sulla quale fu deposto il corpo esanime di Goffredo Mameli, deceduto in seguito all’amputazione di una gamba per una ferita ricevuta durante la battaglia per la Repubblica Romana.  

Sin dalla sua fondazione, nel 1920, l’Istituto Storico Italiano dell’Arte Sanitaria’, poi ‘Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria’, si è particolarmente dedicato non solo ad accrescere e valorizzare la raccolta del museo, dell’archivio e della biblioteca già esistenti, ma anche alla pubblicazione degli atti e memorie dell’Accademia.

L’Università di Milano-Bicocca coordina una ricerca europea per lo studio del ruolo del recettore umano TLR4 in patologie infettive, infiammatorie e autoimmuni. Obiettivi: lo sviluppo di nuovi farmaci e la formazione interdisciplinare di giovani ricercatori europei. Lo studio fa parte di Horizon2020 ed è stato finanziato con oltre 3 milioni di euro.

 

Milano, 29 settembre 2014 – L’Università di Milano-Bicocca sarà capofila nel progetto europeo “Toll-Like Receptor 4 activation and function in diseases: an integrated chemical-biology approach - TOLLerant” con l’obiettivo di studiare il ruolo del recettore umano TLR4 e la sua azione in patologie di tipo infettivo, infiammatorio e autoimmune, e di concludere la fase preclinica della sperimentazione di nuovi farmaci.

Lotta alle ICA

31 Ago 2009 Scritto da

Ica, una sigla poco conosciuta che ricorda quella di una nota marca svedese di mobili, leader del fai da te, in realtà le ICA niente hanno a che fare con i mobili. Questo acronimo si riferisce alle Infezioni correlate all’assistenza. Si tratta di infezioni contratte in ospedale o in ambiti assistenziali correlabili con l’episodio assistenziale stesso cioè non presenti precedentemente. Solitamente interessano i pazienti, anche se talvolta possono coinvolgere gli operatori sanitari.Tra i fattori principali di rischio, oltre l’accesso diretto dei microrganismi ad aree del corpo normalmente sterili e la loro moltiplicazione, facilitata dalla presenza di alcune condizioni che risultano ottimali , vi è la contaminazione da parte delle mani del personale. La serietà del problema a livello mondiale è ormai nota e desta preoccupazione sempre crescente la progressiva selezione di ceppi microbici ogni volta più resistenti agli antibiotici.

"Niente è così forte come una idea il cui tempo è venuto" Victor Ugo

Si è tenuto a Milano, il 26/11/2010, presso il Centro Congressi FAS un convegno scientifico internazionale sui test di tossicità del XXI secolo ed i metodi alternativi. Il convegno ha riunito ricercatori di grande rilievo e ha fatto il punto, dopo molto tempo, delle possibilità di impiego di metodi alternativi all'uso degli animali.

Il fatto scientifico fondamentale è stato la valutazione dell'efficacia di questi metodi. Non si può sottovalutare il fatto che i cittadini siano sottoposti a un cocktail di sostanze tossiche che pongono la società di fronte al problema di difendere la salute, ma anche di ridurre i costi, i tempi di ricerca e le sofferenze degli animali impiegati nella ricerca.

Il problema
Nell’ultimo decennio il trasporto aereo ha registrato una costante  crescita, soprattutto per quanto riguarda  il settore del  trasporto delle merci e quello dei voli low cost, solitamente legato al turismo definito anche “mordi e fuggi”.  Solo una minima parte della popolazione mondiale viaggia in aereo mentre le drammatiche conseguenze del surriscaldamento climatico, derivanti anche dal trasporto aereo, sono pagate dall’intera umanità in termini di desertificazione, alluvioni, cicloni, sconvolgimenti climatici così gravi che determinano distruzioni e carestie in  aree sempre più estese del pianeta.

 

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