
Ambiente (653)
Esultano Lac, Lav, Lipu, LNDC e WWF, perché l'udienza che si è tenuta questa mattina al Tribunale regionale di giustizia amministrativa di Trento ha confermato la sospensione dell’Ordinanza provinciale che aveva disposto l’uccisione dell’orsa JJ4.
I giudici hanno rilevato che l’incidente dello scorso 22 giugno, durante il quale due persone-padre e figlio- si erano impattuti nell'orsa rimanendo feriti, non è imputabile al comportamento problematico di un singolo orso, bensì a un più ampio problema di gestione della convivenza con gli esseri umani.
“Siamo felicissimi! Per ora, e fino alla udienza di merito, nessuno potrà torcere un pelo a JJ4 che, se accompagnata dai suoi cuccioli, potrà continuare a fare la mamma crescendo i suoi piccoli senza il rischio di essere fucilata per soddisfare interessi politici che nulla hanno a che fare con la sicurezza pubblica", dichiarano le associazioni LAC, LAV, LIPU, LNDC e WWF che fin da subito avevano impugnato l’ordinanza provinciale, ringraziando l’avvocato Claudio Linzola del foro di Milano per il fondamentale contributo.
Il prossimo 22 ottobre si terrà l’udienza che entrerà nel merito dell’ordinanza provinciale.
E’ la seconda volta che una tartaruga marina (Caretta caretta) depone le uova nel comune di Orbetello, sempre lungo la spiaggia della Giannella. Si tratta di un evento molto importante, perché conferma come la Maremma nel suo insieme rappresenti un habitat perfetto per un futuro insediamento continuativo della specie visto che la presenza in Toscana è oramai regolare da alcuni anni. Non dimentichiamo inoltre che ci troviamo all’interno della più grande area marina protetta del Mediterraneo, il Santuario Pelagos.
Le tigri sono in aumento in Bhutan, Cina, India, Nepal e Russia
29 Lug 2020 Scritto da WWF Comunicato stampa
Il numero delle tigri libere in natura è in aumento in cinque Paesi: Bhutan, Cina, India, Nepal e Russia, nonostante una terribile crisi provocata da trappole letali nel sud-est asiatico stia continuando a minacciare gran parte della popolazione di questi importanti felini.
Il Global Tiger Day, la giornata mondiale della tigre che si celebra il 29 luglio, quest’anno segna 10 anni da quando i 13 Paesi dei territori in cui vive la tigre, si sono impegnati nel progetto Tx2, che mira a raddoppiarne il numero.
Nel 2010, infatti, fu presa una decisione cruciale: un mondo senza tigri non era accettabile. Questi enormi felini, il cui numero aveva toccato un minimo storico, erano drammaticamente arrivati sulla soglia dell’estinzione. Quell'anno segnò quindi l'inizio di uno dei più grandi progetti di conservazione della storia: raddoppiare la popolazione globale di tigri entro il 2022, un'iniziativa ormai nota come progetto TX2. Governi, comunità, organizzazioni e imprese si riunirono per garantire un futuro a una specie simbolo del nostro pianeta. Salvare le tigri avrebbe significato salvare noi stessi e il pianeta in cui viviamo. Da allora sono trascorsi 10 anni, anni in cui si è verificata un’importante inversione di tendenza. Nel 2016, per la prima volta nella storia recente, il numero delle tigri è aumentato.
I Saildrone, mezzi ecologici a impatto zero, concludono nel Golfo di Trieste la missione internazionale Atl2Med: 274 giorni di navigazione tra Atlantico e Mediterraneo per studiare gli oceani
29 Lug 2020 Scritto da Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale - OGS
Due Saildrone, piccole imbarcazioni lunghe 7 metri e alte 5, a propulsione eolica, in grado di navigare in maniera autonoma tra punti prestabiliti all'interno di un corridoio sotto la supervisione di un "pilota" umano collegato via satellite e di raccogliere, tramite sensori meteorologici e oceanografici a energia solare, informazioni sulle acque marine - quali la salinità, la temperatura delle acque, la capacità dei mari di assorbire la CO2 - nell'ambito di campagne a lungo raggio anche in ambienti oceanici difficili, sono arrivati a Trieste il 17 luglio dopo 274 giorni di navigazione.
La missione - I Saildrone hanno viaggiato dalle Canarie a Trieste con un percorso complessivo di più di 15000 miglia nautiche (circa 27000 chilometri), molto di più di quanto era stato previsto (circa 5000 miglia). La missione Atlantico-Mediterraneo (Atl2Med) è il frutto della collaborazione tra pubblico e privato. Obiettivo della missione era promuovere l'osservazione diffusa degli oceani, essenziale per valutare gli effetti dei cambiamenti climatici, riducendo i costi per l'acquisizione dei dati.
Campi coltivati invece che foreste: la cultura delle scimmie è a rischio
29 Lug 2020 Scritto da CNR Comunicato stampa
La tradizione culturale dei cebi barbuti, scimmie sudamericane che usano strumenti, rischia di scomparire a causa della conversione agricola delle aree forestali. A lanciare l’allarme uno studio condotto in collaborazione tra Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Cnr e università di Salisbury (Usa), che propone un nuovo criterio di tutela e conservazione delle specie in pericolo. La ricerca è stata pubblicata sull’International Journal of Primatology.
L’intelligenza dei cebi è, per molti aspetti, pari a quella degli scimpanzé, il primate evolutivamente più vicino alla specie umana. Nella Fazenda Boa Vista nel sud del Piauí, Stato del nordest del Brasile, i cebi barbuti (Sapajus libidinosus) utilizzano pesanti percussori e incudini di pietra per rompere il guscio durissimo delle noci di palma. Mentre i cebi che vivono nelle mangrovie del Morro do Boi, Stato del Maranhão circa 1.200 km più a nord, usano strumenti di legno per aprire molluschi e granchi. Ma le tradizioni animali sono sempre più minacciate dall'impatto umano sugli habitat naturali, come attesta uno studio di Andréa Presotto, ricercatrice dell’università statunitense di Salisbury (Usa) condotto con la collaborazione, tra gli altri, di Elisabetta Visalberghi e Noemi Spagnoletti dell’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Istc) e pubblicato sull’ International Journal of Primatology.
Greenpeace: balene in pericolo, anche un virus le minaccia
29 Lug 2020 Scritto da Greenpeace comunicato
Oggi, Giornata mondiale per la conservazione della natura, Greenpeace pubblica un rapporto sulle principali cause di spiaggiamento dei cetacei lungo le coste italiane commissionato ai veterinari del Dipartimento di Biomedicina Comparata e Alimentazione dell’Università di Padova: un virus e l’uomo le principali minacce alla sopravvivenza di specie come il capodoglio, già considerato in pericolo di estinzione. Domani la spedizione “Difendiamo il mare” di Greenpeace, condotta con la barca a vela Bamboo della Fondazione Exodus, partirà da Lavagna per studiare i cetacei del Mar Ligure insieme a ricercatori dell’Istituto Tethys.
Un quarto dei cetacei analizzati spiaggiati lungo le nostre coste negli ultimi anni è morto per cause imputabili all’uomo, in particolare interazioni con attività di pesca. Preoccupa l’intrappolamento nelle reti, che sempre più spesso si trovano abbandonate in mare e che vanno ad acuire la contaminazione da plastica, ma anche l’uso di reti illegali, come le spadare, che nei giorni scorsi hanno intrappolato ben due capodogli al largo delle Eolie.
Le associazioni chiedono la cessazione di ogni attività finalizzata alla cattura dell'orso
“La seconda fuga di M49 non deve essere fermata da una nuova reclusione al Casteller”, questa è la sintesi della istanza inviata dalle associazioni Enpa, LAC, LAV, LIPU e WWF al Presidente della Provincia di Trento Fugatti, dopo che l’orso è nuovamente evaso dal recinto del Casteller dove era detenuto da aprile scorso.
L’orso non si è mai reso responsabile di alcuna aggressione all’uomo, ha solamente cercato cibo dove questo era disponibile e non adeguatamente custodito, un comportamento del tutto normale che però è stato sufficiente per bollarlo come “orso dannoso e quindi problematico” offrendo il pretesto alla Provincia di Trento per catturarlo e rinchiuderlo in un recinto del tutto inadeguato e gravemente lesivo della sua etologia.
FAO: Presentata in una veste innovativa l’analisi delle risorse forestali più completa al mondo
27 Lug 2020 Scritto da FAO comunicato stampa
La Valutazione delle risorse forestali mondiali 2020 della FAO offre dettagliate analisi su scala regionale e mondiale in un nuovo formato digitale interattivo
La FAO ha presentato quella che è considerata la valutazione delle risorse forestali più completa al mondo, utilizzando un formato digitale innovativo e intuitivo.Liberamente accessibile al pubblico, il rapporto Valutazione delle risorse forestali mondiali (FRA 2020) e la nuovissima piattaforma di diffusione online interattiva contengono dettagliate analisi su scala regionale e mondiale relative a 236 paesi e territori.
Gli utenti hanno ora la possibilità di consultare un insieme confrontabile e coerente di oltre 60 indicatori forestali concernenti paesi e regioni nonché scaricare i dati richiesti in un formato digitale non proprietario. Potranno inoltre monitorare l'evoluzione nel tempo di parametri quali la superficie forestale, la gestione forestale, la proprietà delle foreste e il loro utilizzo.
"Il patrimonio di informazioni sulle foreste mondiali rappresenta un bene pubblico prezioso per la comunità mondiale, che contribuisce a facilitare la formulazione di politiche e decisioni nel settore forestale, anche con riferimento a investimenti solidi, sulla base di informazioni documentate," ha dichiarato il Direttore generale aggiunto della FAO, Maria Helena Semedo, in occasione della pubblicazione del rapporto. "Questi nuovi strumenti ci permetteranno di rispondere alla deforestazione e al degrado delle foreste, prevenire la perdita di biodiversità e ottimizzare la gestione forestale nel migliore dei modi."
Il governo blocchi la legge regionale che interpreta il Piano paesaggistico in Sardegna
27 Lug 2020 Scritto da WWF Comunicato stampa
Il WWF Italia in una nota inviata al presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte e al ministro dei Beni culturali Dario Franceschini chiede al governo di intervenire per bloccare la legge regionale recentemente approvata dalla regione Sardegna (Legge regionale 13 luglio 2020 n.21). Secondo l’associazione ambientalista, infatti, la legge dal titolo Norme di interpretazione autentica del Piano paesaggistico regionale è incostituzionale perché in palese contrasto con le leggi fondamentali che regolano la tutela del paesaggio, dell’ambiente e degli ecosistemi riconosciuti tra i principi fondamentali attraverso l’art. 9 della nostra Costituzione.
Nel frattempo, purtroppo, la legge è in vigore e può già produrre effetti estremamente negativi sul prezioso territorio sardo. Con un escamotage del tutto fantasioso, nonché giuridicamente illegittimo, infatti, ossia utilizzando lo strumento dell’interpretazione autentica di una legge vigente, viene scardinato il lavoro di decenni in cui la Sardegna era stata tra le prime regioni ad attuare una buona pianificazione paesaggistica per la tutela delle aree più pregiate, ad iniziare dalle coste. In particolare la scelta dell’attuale legislatore sardo è quella di sottrarre alla pianificazione congiunta, che è invece obbligatoria, tra Regione autonoma della Sardegna e Ministero per i Beni e le attività culturali i beni collettivi più rilevanti: la fascia costiera, i beni identitari (definiti come “quelle categorie di immobili, aree e/o valori immateriali, che consentono il riconoscimento del senso di appartenenza delle comunità locali alla specificità della cultura sarda”), le zone agricole.
Scampi alla griglia in plastica, zuppa di scorfano alla plastica, acciughe e sgombri al forno con plastica: dai risultati della nostra ricerca sulla presenza di microplastiche nei pesci, questo sembra essere il menù degli italiani questa estate.
Insieme all’Università Politecnica delle Marche (UNIVPM) e l’Istituto per lo studio degli impatti antropici e sostenibilità in ambiente marino (IAS) del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Genova, abbiamo esaminato oltre 300 organismi rappresentativi di diverse specie di pesci e invertebrati consumati abitualmente sulle nostre tavole come cozze, scampi, scorfani, acciughe e sgombri.
I risultati di questo studio, che diffondiamo oggi, confermano la presenza di microplastiche in queste specie marine che consumiamo quotidianamente e sottolineano la rilevanza di questa contaminazione per l’ambiente e la nostra salute. La plastica non ce la mangiamo, perché si concentra nell’intestino e il pesce abitualmente lo consumiamo eviscerato, ma l’allarme rimane e non va in alcun modo sottovalutato!