
Ambiente (632)
Greenpeace: mare sempre più caldo e perdita di biodiversità, si amplia la rete per monitorare gli impatti dei cambiamenti climatici sui mari italiani
14 Mag 2021 Scritto da Greenpeace
Il riscaldamento globale sta causando un rapido aumento delle temperature del mare con serie conseguenze anche sugli ecosistemi marini italiani: stiamo infatti assistendo alla morte di alcune specie chiave e all’invasione di altre che meglio si adattano a un mare sempre più caldo, con una grave perdita di biodiversità. Greenpeace ha scelto l’isola di Ventotene, ultima delle Aree marine protette ad aver aderito al progetto “Mare Caldo”, per rendere noti i risultati del primo anno di studi. Ad oggi sono ben otto le Aree Marine Protette (AMP) che hanno deciso di aderire alla rete per monitorare, insieme a Greenpeace, gli impatti dei cambiamenti climatici sui mari italiani.
Durante il primo anno, gli studi realizzati dai ricercatori del Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e della Vita (DiSTAV) dell’Università di Genova, partner scientifico del progetto, si sono concentrati sull’Isola d’Elba, in Toscana, sull’AMP di Portofino in Liguria e sull’AMP del Plemmirio, in Sicilia. Le osservazioni satellitari mostrano che negli ultimi quarant’anni si è verificato un aumento costante e significativo delle temperature superficiali del mare, con un incremento di ben 1,7-1,8°C a Portofino e all’Isola d’Elba. In queste due aree, tramite sensori posti in mare fino a quaranta metri di profondità, il progetto “Mare Caldo” ha rilevato come il calore superficiale si traferisca lungo tutta la colonna d’acqua: l’estate scorsa, in giugno e in agosto, due ondate di calore hanno causato un aumento repentino delle temperature, arrivate a 20°C perfino a 20-25 metri di profondità.
Greenpeace: In Lombardia 10 milioni di api non tornano all’alveare, una strage silenziosa
14 Mag 2021 Scritto da Redazione
A una settimana dalla Giornata mondiale delle api del prossimo 20 maggio, Greenpeace denuncia come le api siano sempre più a rischio nel nostro Paese, in particolare in Lombardia, a causa dell’agricoltura intensiva.
A partire dalla fine di marzo, alcuni apicoltori hanno iniziato a segnalare spopolamenti di alveari nella pianura tra le province di Cremona, Lodi, Mantova e Brescia, una zona caratterizzata da una prevalenza di monocoltura di mais (usato principalmente per produrre mangimi animali), e dove si conta la presenza anche di altre colture come frumento e pioppi. Nuovi fenomeni di spopolamento sono avvenuti anche verso fine aprile, persino più gravi dei precedenti. In totale le segnalazioni raccolte riguardano circa 600 alveari. Apilombardia stima che oltre 10 milioni di api non hanno fatto più ritorno ai loro alveari. Nella stessa zona, peraltro, lo scorso anno si era assistito a una moria di un numero simile di esemplari.
Firmato un accordo con il Demanio: nel Parco del Circeo un progetto per la biodiversità
13 Mag 2021 Scritto da Università di Roma La Sapienza
Secondo l'intesa tra Demanio, Sapienza, Tor Vergata e Tuscia, partirà un progetto per riqualificare Villa Caetani e il Casino Inglese, nel Borgo di Fogliano, destinandoli a nuove funzioni in chiave scientifico-culturale e in particolare alla creazione di un centro di ricerca applicata per la conservazione della biodiversità.
L'Agenzia del Demanio e le università Sapienza, Tor Vergata e Tuscia hanno firmato un’intesa istituzionale per la rifunzionalizzazione e la valorizzazione di due immobili di pregio storico-artistico all’interno della Riserva Naturale Unesco del Parco Nazionale del Circeo. Si tratta della prestigiosa Villa Caetani e del Casino Inglese, in consegna al Reparto per la Biodiversità dell’Arma dei Carabinieri Forestali nel Borgo di Fogliano, in provincia di Latina. L’accordo quadro prevede infatti la definizione di un progetto condiviso di valorizzazione secondo criteri gestionali e funzionalmente compatibili con gli utilizzi istituzionali già presenti nell’ambito del Borgo e con le prescrizioni di tutela paesaggistico-ambientale e storico-architettoniche esistenti.
Società civile e produttori contro il parere della Commissione UE sugli OGM
07 Mag 2021 Scritto da WWF
Le organizzazioni dei produttori biologici, dell’agricoltura contadina e della società civile esprimono profonda preoccupazione rispetto alla posizione della Commissione europea che si è espressa a favore di una regolamentazione ad hoc per le nuove tecniche di manipolazione genetica (NGT/NBT) per sottrarle alla normativa sugli OGM in essere, aggirando così la sentenza della Corte di Giustizia europea. Dando un sostanziale via libera agli OGM di nuova generazione, la Commissione annuncia la resa di fronte alle pressioni delle industrie dell'agribusiness mettendo in discussione lo stesso principio di precauzione europeo.
Si tratta di una grave minaccia per le piccole e medie produzioni locali e, in generale, per tutto il comparto delle produzioni biologiche e di qualità che caratterizzano il Made in Italy. Facendo eco alla voce delle lobby industriali, la Commissione elenca le stesse promesse non mantenute che sono state fatte vent'anni fa per promuovere gli OGM: meno pesticidi, maggiori rese, adattamento al cambiamento climatico.
Inquinamento: una mascherina chirurgica nell’ambiente marino rilascia fino a 173mila microfibre al giorno
07 Mag 2021 Scritto da Università di Milano Bicocca
È il dispositivo di protezione più utilizzato da quando è in atto la pandemia da Covid-19: leggera e comoda da indossare. Ma una singola mascherina chirurgica gettata irresponsabilmente - dai marciapiedi alle spiagge - rilascia migliaia di fibre microscopiche che minacciano l’ambiente marino.
Questo il risultato della ricerca condotta da un team di chimici del Dipartimento di Scienze dell'Ambiente e della Terra dell’Università di Milano-Bicocca dal titolo “The release process of microfibers: from surgical face masks into the marine environment” con autori Francesco Saliu, Maurizio Veronelli, Clarissa Raguso, Davide Barana, Paolo Galli, Marina Lasagni, recentemente pubblicata sulla rivista Environmental Advances.
Lo studio ha approfondito il meccanismo di degradazione foto-ossidativa delle fibre di polipropilene presenti nei tre strati delle mascherine chirurgiche e ha fornito un primo dato quantitativo relativo alla cessione di microplastiche. Per le mascherine, infatti, così come succede per molti altri oggetti di uso quotidiano, il dato relativo alla stabilità oltre il limite di utilizzo non era disponibile in letteratura.
WATER TO FOOD: CON UN CLICK È POSSIBILE SCOPRIRE QUANTA ACQUA "CONSUMA" OGNI ALIMENTO
03 Mag 2021 Scritto da Politecnico di Milano
Quanta acqua serve per produrre i chicchi di caffè che finiscono in una sola tazzina? E per un piatto di pasta o una semplice mela? Oggi è possibile saperlo con un semplice click grazie al progetto del Politecnico di Torino “Water To Food”: un progetto di comunicazione di dati e informazioni sull’impatto che la produzione e il commercio internazionale di cibo hanno sulle risorse idriche mondiali e locali. Nato dal progetto di ricerca europeo Coping with WAter Scarcity In a globalized world, CWASI, coordinato da Francesco Laio docente presso il Dipartimento di Ingegneria per l’ambiente, il territorio e le infrastrutture del Politecnico, Water to Food nasce durante il lockdown da un’idea delle tre giovani ricercatrici Benedetta Falsetti, Carla Sciarra e Marta Tuninetti che nell’ultimo anno hanno lavorato al fianco di un team di esperti in comunicazione digitale.
Approfondimenti nel IV Rapporto sul Capitale Naturale
Sapevi che l’ammontare complessivo di anidride carbonica immagazzinata negli ecosistemi forestali italiani è pari a 4,5 miliardi di tonnellate e ogni anno ne catturano 46,2 milioni di tonnellate, ovvero il 12% di tutte le emissioni italiane? E che oltre 7000 molecole naturali ci aiutano a combattere tumori e altre malattie?
Scopri di più sul portale One Planet School>>
Il nostro Paese è fra i più ricchi d’Europa in quanto a patrimonio artistico e culturale, ma ben pochi sanno che è anche tra i più ricchi di natura, con un valore economico legato al suo capitale naturale che supera i 58 miliardi di euro considerando solo le risorse idriche, la prevenzione dalle alluvioni, l’impollinazione agricola e le attività ricreative (Ministero dell’Ambiente, oggi MITE - Terzo Rapporto Capitale Naturale d’Italia).
Quattro nuovi embrioni sono stati creati dal consorzio BioRescue che ora si prepara ai prossimi passi della missione per salvare il rinoceronte bianco del nord
23 Apr 2021 Scritto da Università di Padova
Il consorzio internazionale di scienziati e conservazionisti che lavora per prevenire l'estinzione del rinoceronte bianco del Nord attraverso tecnologie avanzate di riproduzione assistita è lieto di annunciare che nei mesi di marzo e aprile 2021 sono stati prodotti altri quattro embrioni di rinoceronte bianco del Nord. Questa è la procedura (di raccolta degli ovociti in Kenya, fecondazione in vitro e crioconservazione degli embrioni in Italia) che ha avuto maggior successo ad opera del team del Leibniz Institute for Zoo and Wildlife Research (Leibniz-IZW), Safari Park Dvůr Králové, Kenya Wildlife Service, Ol Pejeta Conservancy e Avantea. Inoltre, il team ha confermato il successo della sterilizzazione del maschio del rinoceronte bianco del sud Owuan, eseguita a Dicembre 2020. Owuan sarà ora introdotto nel recinto con le femmine di rinoceronte bianco del sud di Ol Pejeta che sono state identificate come potenziali madri surrogate per la futura prole di rinoceronte bianco del Nord.
Le femmine Najin e Fatu a Ol Pejeta Conservancy, Kenya, sono gli unici rinoceronti bianchi del nord rimasti al Mondo. Per prevenire l'estinzione del rinoceronte bianco del nord, dal 2019, il consorzio internazionale BioRescue, formato da scienziati e conservazionisti, e guidato dal Leibniz-IZW, ha raccolto delle cellule uovo immature (ovociti) dalle due femmine e le ha fecondate artificialmente usando sperma congelato da maschi deceduti per ottenere embrioni vitali. Nel prossimo futuro, gli embrioni saranno trasferiti in madri surrogate di rinoceronte bianco del sud per ottenere prole di rinoceronte bianco del nord.
C'era anche il WWF nelll'Expedition Guaviare 2021, nella quale 20 ricercatori hanno intrapreso un viaggio di dieci giorni per effettuare una prima caratterizzazione biologica di una specifica sezione del fiume Guaviare (principale affluente dell'Orinoco) e verificare la presenza dei suoi delfini di fiume.
Durante la spedizione, e con la guida della Fondazione Omacha, i ricercatori hanno osservato 188 delfini del Rio delle Amazzoni, insieme a circa 200 specie di piante, 74 specie di pesci, 9 di anfibi, 2 di rettili e 5 di pipistrelli. Sono stati raccolti inoltre oltre 300 campioni di macroinvertebrati d’acqua dolce.
"È molto importante continuare gli sforzi per ampliare la nostra conoscenza dei delfini di fiume e sviluppare azioni che garantiscano la loro conservazione e quella dei loro habitat", ha detto Saulo Usma, specialista acque dolci del WWF Colombia, che ha guidato la spedizione.
La Francia prolunga la vita di 16 centrali nucleari oltre confine. Greenpeace: necessario allargare la consultazione pubblica al nostro Paese
21 Apr 2021 Scritto da Greenpeace
Lo scorso 14 gennaio, su sollecitazione di Greenpeace, l’allora Ministero dell’Ambiente ha inviato una nota alle autorità francesi per chiedere una consultazione transfrontaliera sul progetto di prolungare di dieci anni l’operatività di trentadue vecchi reattori. Sedici di questi impianti distano meno di 200 chilometri dai confini italiani.
“Queste vecchie centrali sono pericolose già adesso e nessun miracolo riuscirà mai a portarle agli standard di sicurezza oggi richiesti” dichiara Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia. “Che i cittadini italiani siano “parte interessata”, ai sensi della Convenzione di Espoo è ovvio. In particolare, i cittadini di Liguria, Piemonte, Valle d’Aosta e Lombardia saranno esposti con questa decisione a rischi notevoli nei prossimi dieci anni”.