Il medulloblastoma è il tumore cerebrale più diffuso nell’infanzia. Le attuali terapie associano la chirurgia alla radio e alla chemioterapia ma, nonostante offrano buone probabilità di guarigione, non sono prive di effetti collaterali gravi come disturbi cognitivi permanenti. È per questo motivo che la ricerca di cure alternative innovative è fondamentale. Un recente studio, condotto da Lucia Di Marcotullio del Dipartimento di Medicina molecolare della Sapienza in collaborazione con Paola Infante del CLNS@Sapienza(Istituto Italiano di Tecnologia, IIT), ha portato alla scoperta di un nuovo meccanismo molecolare, la cui alterazione è responsabile dello sviluppo del medulloblastoma. I risultati del lavoro, che rappresenta uno snodo cruciale per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche, sono pubblicati sulla rivista internazionale Nature Communications. Il medulloblastoma è causato da alterazioni molecolari che determinano un comportamento anomalo delle proteine segnale coinvolte nella crescita e migrazione di cellule nervose. “Questa via di segnalazione, che prende il nome di via di Hedgehog (Hh) – spiega Di Marcotullio – sta ricevendo molta attenzione in campo oncologico perché in condizioni non controllate è responsabile dell’insorgenza di una vasta gamma di tumori, ponendosi dunque come importante bersaglio nelle terapie anticancro più efficaci e quindi con minore tossicità”.

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Obesity is a growing issue in many countries, accelerated by easy access to calorie-dense foods that are pleasurable to eat (known as an ‘obesogenic environment’). But while it’s clear that eating too much leads to weight gain, little is known about the underlying behaviours that lead to overeating.
To mimic this obesogenic environment, the teams led by Mara Dierssen at CRG and Rafael Maldonado at UPF offered mice the option of a high-fat ‘cafeteria’ diet or a mixture of chopped-up commercial chocolate bars alongside their regular lab chow, before carrying out a detailed analysis of the animals’ activity and feeding behaviour. Their results have been published in two back-to-back articles in the journal Addiction Biology. Working together with Cedric Notredame (CRG) and Elena Martín-García (UPF), the scientists found that as well as becoming obese, the mice started very early to show the signs of addiction-like behaviour and binge-eating in response to these enticing foods. For example, when offered chocolate for just one hour per day, the animals will compulsively ‘binge’, consuming as much chocolate in one hour as they would over a whole day if it was continually available. They also showed inflexible behaviours, similar to those seen in addiction, choosing to wait for chocolate while ignoring freely available standard chow. Yet, at the same time, the chocolate did not seem to satiate hunger as well as regular food.
Scoperto da ricercatori italiani un meccanismo che provoca morte cardiaca improvvisa
16 Apr 2018 Scritto da Omceo

Gli ormoni tiroidei hanno infatti un importante ruolo nel mantenere le normali funzioni cutanee come il consumo di ossigeno, la divisione cellulare, la sintesi delle proteine, lo spessore cutaneo, la normale secrezione di sebo e la crescita di peli e capelli. Alcune di queste azioni degli ormoni tiroidei sono dirette e altre sono indirette e legate ad effetti piu' generali come ad esempio la produzione di calore e la circolazione del sangue periferica. Una tiroide che non funziona correttamente e' responsabile di molte alterazioni della pelle e degli annessi cutanei quali capelli e unghie: e' quindi molto importante valutare questi aspetti perche' potrebbero essere dei campanelli di allarme per le patologie tiroidee piu' diffuse"."Nel caso di una ridotta produzione di ormoni tiroidei, cioe' nell'ipotiroidismo, la pelle e' pallida, secca e fredda e se si ha un ipotiroidismo di lunga durata le palme delle mani e dei piedi possono assumere un colorito giallo-arancione per accumulo di carotene. Per quanto riguarda i capelli, essi sono opachi, secchi e fragili e si puo' avere perdita anche di barba, peli pubici e del terzo laterale del sopracciglio. Inoltre, nel 90% degli ipotiroidei le unghie sono sottili, fragili, di dimensioni ridotte, con delle striature longitudinali e trasversali e crescono meno velocemente. Proporzionalmente alla gravita' dell'ipotiroidismo si ha anche una guarigione delle ferite ritardata".

I metodi finora usati per controllare la contaminazione microbica in ambiente ospedaliero, basati sull'uso di detergenti e disinfettanti chimici, mostrano pero' dei limiti, poiche' non possono prevenire la ricontaminazione, hanno un elevato impatto ambientale e possono inoltre contribuire alla selezione di patogeni resistenti ai disinfettanti stessi, ma anche ad antibiotici, contribuendo potenzialmente ad un ulteriore aumento degli stessi patogeni associati alle infezioni. Sulla base delle acquisizioni legate agli studi sul microbiota umano, il concetto di 'salute' delle superfici ospedaliere e' stato quindi recentemente ripensato considerando che, analogamente al corpo umano, piuttosto che eradicare tutti i microbi (patogeni e non), la sostituzione dei patogeni da parte di microrganismi buoni potrebbe essere piu' efficace nel prevenire le infezioni.
Aumentano diete vegetariane in gravidanza, attenzione a quelle inadeguate
13 Apr 2018 Scritto da Omceo
Pediatria: Sindrome di “PANS/PANDAS” associata all’alterazione del Microbiota Intestinale
11 Apr 2018 Scritto da Policlinico Universitario A. GemelliStudio Bambino Gesù-Gemelli-Sapienza su Frontiers in Microbiology certifica legame tra la sindrome neuropsichiatrica infantile e batteri intestinali.
Esiste una correlazione tra la sindrome di PANS/PANDAS ed alcune alterazioni specifiche del microbiota intestinale. Lo dimostra per la prima volta lo studio italiano Quagliariello et al. 2018, pubblicato dalla rivista Frontiers in Microbiology, del gruppo Nature, realizzato dall'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù in collaborazione con i ricercatori del Policlinico Agostino Gemelli e dell’Università La Sapienza di Roma. I trilioni di batteri presenti nell’intestino - il cosiddetto microbiota - agiscono come una vera e propria centrale biochimica per l’intero organismo. Questo “reattore” trasforma le molecole che derivano dalle sostanze nutritive, per produrre energia e regolare l’immunità della mucosa intestinale e l’equilibrio delle popolazioni microbiche che agiscono da barriera nei confronti degli agenti patogeni. Pertanto, le attività biochimiche del microbiota influenzano fortemente tutti i distretti dell’organismo.
Alcuni studi hanno dimostrato che il microbiota influenza non solo l’omeostasi intestinale ma anche quella extra-intestinale, agendo sul comportamento e sulle attività del cervello lungo l’asse cervello-intestino. Infatti, varie evidenze indicano che il microbiota intestinale è implicato nell’equilibrio dei comportamenti neuropatologici come lo stress, i disturbi dello spettro autistico, la depressione, la sclerosi multipla, attraverso segnali immunitari, endocrini e neurali. Il microbiota interagirebbe con il cervello attraverso il midollo spinale, il sistema nervoso enterico, l'asse ipotalamo-ipofisi-surrene ed il sistema nervoso centrale. Questa interazione è supportata dai documentati effetti dei probiotici e degli antibiotici sull'attività e sulle funzioni cerebrali. L’asse cervello-intestino è bidirezionale.
MALATTIE DELLA PELLE, IL 57% DEGLI ITALIANI CONTROLLA I NEI OGNI ANNO ALTA LA FIDUCIA NEL DERMATOLOGO, L’85% LO PROMUOVE
11 Apr 2018 Scritto da MEDINEWSMolto buono il livello di consapevolezza dei cittadini. Il 70% degli intervistati conosce almeno una delle patologie cutanee più diffuse come psoriasi, dermatiti, orticaria e i tumori cutanei

Sono stati valutati i casi di difetti alla nascita in 71 paesi del mondo, tra cui l'Italia, in cui non vengono utilizzate farine di frumento fortificate e confrontati con gli 81 in cui, invece, vengono utilizzate. Introducendo sul mercato farina fortificata ogni anno si preverrebbero 57mila difetti alla nascita. "Oggi la prevenzione migliore e piu' efficace della spina bifida e degli altri gravi difetti del tubo neurale risulta essere la fortificazione con acido folico di alcuni alimenti di largo consumo come le farine o alcuni prodotti da forno" - afferma il Presidente della SIN Mauro Stronati - "Solo il 30% delle donne, infatti, attua la profilassi volontaria con acido folico, raccomandata dall'OMS nel periodo pre-concezionale, che non si e' comunque dimostrata sufficiente a ridurre l'incidenza di queste patologie. Con l'introduzione di alimenti fortificati, invece, come avvenuto in altri Paesi del mondo, si potrebbero prevenire fino al 70% delle malformazioni".
Come capire il cervello guardando le api
06 Apr 2018 Scritto da Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Consiglio nazionale delle ricerche (Istc-Cnr), Università di Sheffield.Un team di ricerca dell’Università di Sheffield e dell’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione (Istc) del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) ha scoperto, grazie a un modello matematico, che le api reagiscono all’unisono agli stimoli ambientali analogamente ai neuroni cerebrali, rivelando dinamiche del comportamento umano. Lo studio pubblicato su Scientific Reports
Pensare alle api in una colonia come ai neuroni in un cervello può aiutare alla comprensione dei meccanismi alla base del comportamento umano. A rivelarlo uno studio dell’Università di Sheffield in collaborazione con l’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Consiglio nazionale delle ricerche (Istc-Cnr), pubblicato su Scientific Reports. “Uno sciame di api può essere considerato un super-organismo composto da migliaia di insetti che rispondono all’unisono a stimoli esterni, come i neuroni del cervello reagiscono alle sollecitazioni che provengono dall’ambiente. Questa somiglianza permette di tracciare precise corrispondenze tra le interazioni tra api responsabili del comportamento del super-organismo e i meccanismi neurali alla base della cognizione, e quindi di identificare le micro interazioni alla base dei meccanismi generali del comportamento umano e non”, spiega Vito Trianni ricercatore dell’Istc-Cnr e coautore dello studio.
Il punto di partenza del lavoro è un modello matematico della sciamatura. “Le api decidono collettivamente il luogo dove costruire l’alveare e per raggiungere questo obiettivo fanno uso di segnali complessi che permettono di attrarre altre api verso nidi di qualità elevata o di inibire il reclutamento, per alternative di bassa qualità. Questi segnali sono simili a quelli trasmessi tra popolazioni di neuroni durante i processi decisionali tra più alternative”, continua il ricercatore.
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