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John Ioannidis, Susan Monarez e la sfida dei vaccini: scienza, comunicazione e il contagio della sfiducia
02 Set 2025 Scritto da Guido Donati*Nel cuore di ogni emergenza sanitaria c'è una lotta. Non solo contro un agente patogeno, ma anche contro la disinformazione. La pandemia di COVID-19 ha messo in luce una profonda frattura tra la comunità scientifica e la percezione pubblica. A un estremo ci sono le agenzie sanitarie e i governi, che cercano di diffondere informazioni basate su dati in rapida evoluzione. Dall'altro, una crescente ondata di scetticismo alimentata da falsi miti e da una profonda sfiducia nelle istituzioni.
Per capire questa dinamica, è utile guardare alle figure di John Ioannidis e Susan Monarez. I loro ruoli, sebbene diversi, sono essenziali per comprendere la complessa interazione tra scienza, dati e comunicazione in tempo di crisi.
Uno studio del Cnr dimostra come la gestione dell'intervallo tra la prima dose di vaccino (primer) e quella di richiamo (booster) sia un fattore determinante per l'esito della diffusione epidemica. La ricerca è stata pubblicata su Physical Review Research.
L'intervallo tra la prima dose di vaccino (primer) e quella di richiamo (booster) è un fattore determinante nel contenimento di un’epidemia. In contesti di risorse limitate, la scelta della tempistica può influenzare in modo decisivo l’evoluzione del contagio. È quanto emerge da uno studio condotto dal Consiglio nazionale delle ricerche con l’Istituto dei sistemi complessi (Cnr-Isc) e l’Istituto per le applicazioni del calcolo (Cnr-Iac), che ha utilizzato un approccio matematico per analizzare diversi scenari di distribuzione delle dosi e valutare l’impatto delle diverse strategie a livello di popolazione.
Diabete, un farmaco comune sotto la Lente: uno studio rileva un aumento del rischio cardiaco
29 Ago 2025 Scritto da Claudia Gianvenuti
La gestione del diabete di tipo 2 è una maratona quotidiana per milioni di pazienti, una corsa in cui il controllo della glicemia è solo una parte della sfida. Il vero traguardo è prevenire le complicanze a lungo termine, in particolare quelle cardiovascolari, che rappresentano la principale causa di mortalità in questa popolazione. In questo contesto, la scelta del farmaco giusto è cruciale. Una nuova e vasta ricerca condotta dagli investigatori del Mass General Brigham getta un'ombra su uno dei farmaci più popolari e accessibili, la glipizide, collegandola a un rischio più elevato di eventi cardiaci avversi rispetto ad altre alternative terapeutiche.
Lo studio, pubblicato su JAMA Network Open, ha analizzato i dati di quasi 50.000 pazienti, rivelando che la glipizide – la sulfonilurea più prescritta negli Stati Uniti – è associata a una maggiore incidenza di insufficienza cardiaca, ospedalizzazione per cause correlate e morte, se confrontata con una classe di farmaci più recenti, gli inibitori della dipeptidil peptidasi-4 (DPP-4).
Mutilazioni Genitali Femminili (MGF) in Sierra Leone: tra impegni politici e vuoti legislativi
27 Ago 2025 Scritto da Guido Donati *Fig.1 - Tipi di MGF _ National FGM Centre
Questo articolo analizza la complessa dinamica tra la politica governativa e la persistenza dell'infibulazione in Sierra Leone, concentrandosi in particolare sull'impegno del Presidente Julius Maada Bio e sulle lacune della legislazione vigente. Nonostante il Presidente abbia pubblicamente condannato la pratica e promesso di agire per la sua eliminazione, la legge del 2012 sulla Mutilazione Genitale Femminile (MGF) offre una protezione limitata, vietando la pratica solo sulle minori di 18 anni e creando un vuoto normativo per le donne adulte.
Sulla nostra rivista abbiamo avuto l'onore di pubblicare numerosi articoli della Professoressa Pia Grassivaro Gallo [7], una delle massime esperte mondiali sull'argomento, e ci sentiamo particolarmente impegnati a dare spazio a questa tematica cruciale. L'articolo esplora le ragioni culturali e sociali che perpetuano l'infibulazione, evidenziando le sue devastanti conseguenze sanitarie e psicologiche. Si argomenta che, per eradicare efficacemente la pratica, la Sierra Leone necessita di un approccio multifattoriale che combini una legislazione più rigorosa con programmi educativi e campagne di sensibilizzazione che sfidino le norme sociali tradizionali e che deve essere sostenuta da tutti.
Millepiedi & Medicina: come le secrezioni di un artropode potrebbero trattare dolore e malattie neurologiche
18 Ago 2025 Scritto da Claudia Gianvenuti
I millepiedi, spesso relegati al mondo degli insetti “striscianti e inquietanti”, potrebbero nascondere nelle loro secrezioni difensive la chiave per una nuova generazione di farmaci contro il dolore cronico e le malattie neurologiche. Un team di ricerca guidato dalla chimica Emily Mevers della Virginia Tech ha recentemente scoperto una nuova classe di composti chimici, isolati da un millepiedi che vive nei boschi del campus universitario, capaci di modulare specifici neurorecettori. Questa scoperta, pubblicata sul Journal of the American Chemical Society, apre una finestra su un arsenale chimico naturale ancora inesplorato e dal potenziale farmacologico immenso.
La scoperta: Andrognatanoli e Andrognatine
Il team di Mevers ha concentrato la sua attenzione su una specie di millepiedi locale, l'Andrognathus corticarius, raccolta tra le foglie e i rami caduti nei boschi di Stadium Woods, nel campus di Blacksburg. Analizzando le ghiandole difensive di questi artropodi, i ricercatori hanno identificato una serie di strutture molecolari complesse e inedite, appartenenti alla classe degli alcaloidi. A questi nuovi composti è stato dato il nome di andrognatanoli e andrognatine.
L’aumento di peso favorisce l’invecchiamento cerebrale
13 Ago 2025 Scritto da CS Università degli studi di Bologna
Dall’analisi delle risonanze magnetiche di oltre 46.000 persone è emerso che un peso corporeo eccessivo è associato a un invecchiamento accelerato del cervello e a una maggiore atrofia cerebrale. Un fenomeno che vale in particolare per i maschi e che tende a diminuire con l’avanzare dell’età.
Bologna, 15 luglio 2025 - Un peso corporeo eccessivo, in particolare lo stato di sovrappeso o di obesità, è associato a un invecchiamento accelerato del cervello e a una maggiore atrofia cerebrale, soprattutto tra gli uomini.
È quanto emerge dal più ampio studio internazionale condotto finora sul rapporto tra peso corporeo e salute cerebrale. Pubblicato sulla rivista eBioMedicine, lo studio ha coinvolto oltre 46.000 persone in 15 progetti di ricerca. I ricercatori hanno utilizzato avanzate tecniche di imaging cerebrale e algoritmi di apprendimento automatico per analizzare i casi di individui in sovrappeso o obesi, ma privi di diagnosi di deficit cognitivi. L’obiettivo era capire se l’eccesso di peso possa contribuire silenziosamente all’invecchiamento cerebrale o a una perdita di volume cerebrale simile a quella osservata nella malattia di Alzheimer.
Chiarito il meccanismo mediante il quale le infezioni gravi da SARS-CoV-2 causano trombosi
Pubblicata su «Communications Biology» la ricerca dell’Università di Padova
Le malattie trombotiche rappresentano la principale causa di morte e di ricovero ospedaliero. Possono insorgere come patologie indipendenti o essere associate a complicazioni di altre malattie (diabete di tipo 2, cancro, malattie autoimmuni a base infiammatoria e amiloidosi). Le evidenze cliniche indicano che anche le malattie infettive, causate da batteri o virus, rappresentano dei fattori di rischio importanti per le patologie trombotiche. La coagulazione, di per sé, è un processo fisiologico finalizzato a prevenire la perdita di sangue dal sistema cardio-circolatorio. Se attivato però in maniera anomala si determinano coaguli patologici (trombi) che causano l’occlusione dei vasi sanguigni e la morte dei tessuti che si trovano a valle dell’occlusione.
TIP60, la centralina multiproteica che “viaggia” all'interno delle cellule per garantirne la corretta replicazione
13 Ago 2025 Scritto da CS La Sapienza
La review, pubblicata sulla rivista Epigenetics & Chromatin dai ricercatori della Sapienza, fa il punto sulle conoscenze riguardanti il complesso multiproteico TIP60, in particolare sulle sue funzioni “non canoniche” relative alla mitosi. Lo studio apre nuove prospettive nella comprensione delle malattie legate a difetti della divisione cellulare e nell’individuazione di strategie terapeutiche
Il complesso multiproteico TIP60 è una sorta di “centralina” cellulare che controlla il rimodellamento della cromatina. La cromatina è la sostanza che compone il nucleo delle cellule ed è costituita da DNA avvolto a mo’ di gomitolo attorno alle proteine.
TIP60 svolge un ruolo cruciale per il corretto funzionamento delle cellule, regolando, tra l’altro, l’espressione dei geni e le sue alterazioni possono contribuire all’insorgenza di patologie umane, tra cui il cancro e disturbi dello sviluppo neurologico.
Malattie respiratorie e rischio infettivo: un nuovo studio evidenzia l’impatto del metapneumovirus umano sugli anziani italiani
30 Lug 2025 Scritto da Cs Università di Roma La Sapienza
I ricercatori della Sapienza sono tra gli autori di uno studio condotto su tutto il territorio nazionale. Pubblicata sulla rivista “The Journal of Infectious Diseases”, la ricerca offre un utile supporto per lo sviluppo di una futura campagna vaccinale
Il metapneumovirus umano (hMPV) è un agente respiratorio che rappresenta una delle cause frequenti di malattie delle vie aeree con un grado di severità molto ampio e che colpisce tutte le fasce d’età, ma soprattutto i bambini piccoli e gli anziani.
Un ampio studio multicentrico condotto da Sapienza Università di Roma, dall’Università di Milano e quella di Pavia ha raccolto e analizzato i dati ottenuti tra il 2022 e il 2024 da diciassette centri distribuiti su tutto il territorio nazionale e afferenti al gruppo di lavoro sulle infezioni respiratorie (GLIViRe) della società scientifica AMCLI, evidenziando la diffusione del virus e il suo impatto nei soggetti più anziani. La ricerca, finanziata dai fondi del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR) nell’ambito delle iniziative sulle infezioni emergenti, è stata pubblicata sula prestigiosa rivista “The Journal of Infectious Diseases” in un numero interamente dedicato all’hMPV.
L’Aumento di Peso Favorisce l’Invecchiamento Cerebrale
23 Lug 2025 Scritto da Cs Università degli studi di Bologna
Dall’analisi delle risonanze magnetiche di oltre 46.000 persone è emerso che un peso corporeo eccessivo è associato a un invecchiamento accelerato del cervello e a una maggiore atrofia cerebrale. Un fenomeno che vale in particolare per i maschi e che tende a diminuire con l’avanzare dell’età.
Un peso corporeo eccessivo, in particolare lo stato di sovrappeso o di obesità, è associato a un invecchiamento accelerato del cervello e a una maggiore atrofia cerebrale, soprattutto tra gli uomini.
È quanto emerge dal più ampio studio internazionale condotto finora sul rapporto tra peso corporeo e salute cerebrale. Pubblicato sulla rivista eBioMedicine, lo studio ha coinvolto oltre 46.000 persone in 15 progetti di ricerca.