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I benefici cardiovascolari dell'idrossitirosolo
03 Apr 2025 Scritto da Università degli studi di Padova
Pubblicato da un team internazionale di ricercatori, tra cui Francesco Visioli del Dipartimento di Medicina Molecolare dell’Università di Padova, lo studio che dimostra come questo composto vegetale presente nell’olio extravergine di oliva aiuti a ridurre l’ossidazione del colesterolo LDL e prevenire malattie come l’aterosclerosi.
Un team internazionale di ricercatori dell’Università di Padova (Italia), dell’Istituto IMDEAAlimentacion (Madrid) e del CEBAS-CSIC (Murcia) ha pubblicato sulla rivista «Molecular Nutrition Food Research» uno studio in cui associa il consumo di idrossitirosolo, un composto vegetale presente nell’olio extravergine di oliva, a una riduzione dell’ossidazione del colesterolo LDL, noto anche come colesterolo “cattivo”.
La ricerca dimostra come determinati nutrienti o composti bioattivi presenti nella dieta influenzino l’epigenoma umano (che regola come i geni vengono attivati o disattivati in base a fattori ambientali, stili di vita e altre influenze esterne senza cambiare il codice genetico del DNA) e agiscano per prevenire varie malattie comuni come l’aterosclerosi. In particolare, lo studio fornisce nuove informazioni sugli effetti dell’idrossitirosolo, uno dei composti più attivi presenti nell’olio extravergine di oliva, che potrebbe agire nelle fasi iniziali dello sviluppo di queste patologie proteggendo dall’accumulo di grassi, colesterolo o altre sostanze nelle arterie.
Bambino Gesù: Genetica e intelligenza artificiale contro le diagnosi "impossibili"
01 Apr 2025 Scritto da Ospedale pediatrico Bambino Gesù
La metagenomica in microbiologia, metodo diagnostico ‘del futuro’, entra nella pratica clinica dell’Ospedale e salva la vita a piccoli pazienti infettati da microrganismi insoliti.
Dal batterio della trota al fungo del grano: i microrganismi più insoliti o addirittura sconosciuti non sfuggono al nuovo approccio diagnostico basato sulla metagenomica, una tecnica di indagine genetica che all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù è già realtà clinica e che ribalta il modo tradizionale di individuare e trattare le infezioni. Grazie all'integrazione tra sequenziamento genomico avanzato, intelligenza artificiale e competenze multidisciplinari, è infatti possibile identificare anche patogeni mai osservati prima, garantendo diagnosi rapide e terapie mirate per i piccoli pazienti, soprattutto quelli affetti da patologie che deprimono il sistema immunitario e che li rendono esposti a infezioni purtroppo anche fatali.
Nella saliva due nuovi biomarcatori per la diagnosi della seconda forma di demenza più comune dopo la Malattia di Alzheimer
01 Apr 2025 Scritto da Università di Roma La Sapienza
Una ricerca della Sapienza, condotta in collaborazione con il Campus Biomedico e pubblicata sul Journal of Alzheimers' disease, ha fornito la prova dell'esistenza di alterati biomarcatori salivari nei pazienti affetti da demenza a corpi di Lewy. I risultati mostrano nuove opportunità diagnostiche per la differenziazione tra la demenza a corpi di Lewy e le altre forme di patologie neurodegenerative
La demenza è una condizione eterogenea che comprende quadri clinici e neuropatologici diversi. Nelle fasi iniziali le diverse patologie presentano caratteristiche cliniche simili, che rendono più difficile la diagnosi specifica all’interno dell’ampio spettro di queste malattie neurodegenerative.
Nuove frontiere terapeutiche per il trattamento del glioblastoma
28 Mar 2025 Scritto da Università di Roma La Sapienza
Uno studio internazionale, frutto della collaborazione tra la Sapienza e il Wistar Institute, rivela il meccanismo di riprogrammazione metabolica di una specifica popolazione di neutrofili presenti nel microambiente del tumore cerebrale. I risultati della ricerca, pubblicati su “Cancer Discovery”, aprono nuove strade per lo sviluppo di strategie terapeutiche più efficaci per il trattamento del glioblastoma
A oggi il glioblastoma rimane, tra i tumori cerebrali nell’adulto, la forma più aggressiva e maggiormente resistente alle terapie. La scarsa efficacia delle opzioni terapeutiche disponibili è dovuta alle caratteristiche biologiche proprie del microambiente di questo tumore. L’ampia eterogeneità cellulare, la forte ipossia, cioè la carenza di ossigeno, e l’immunosoppressione rendono inefficienti anche gli approcci terapeutici più recenti.
Probiotici diminuiscono la durata della febbre nei bambini colpiti da infezioni delle alte vie respiratorie
25 Mar 2025 Scritto da Università degli studi di Milano
Uno studio pubblicato su Jama Network Open, condotto dai ricercatori dell’Università Statale di Milano e del Policlinico di Milano, rileva una riduzione della durata della febbre nei bambini che hanno assunto probiotici durante un’infezione delle alte vie respiratorie.
Il rapporto fra microbioma e sistema immunitario è oggetto di crescente interesse per la comunità scientifica mondiale. Un team di ricercatori dell’Unità di Pediatria della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano e dell’Università degli Studi di Milano ha condotto uno studio clinico randomizzato in cieco per valutare l’efficacia di una miscela di probiotici orali nella riduzione della durata della febbre nei bambini affetti da infezioni delle alte vie respiratorie (URTI), ipotizzando che questo intervento potesse modificare l’evoluzione naturale di queste condizioni. Lo studio è stato appena pubblicato su Jama Network Open.
Allergie di primavera: i consigli degli esperti dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù
25 Mar 2025 Scritto da Ospedale Pediatrico Bambino Gesù
Dai pollini alle punture di insetto, il vademecum su prevenzione e cura. Nel 2024 quasi 500 accessi al pronto soccorso per le punture di imenotteri.
Con l’arrivo della primavera, aumentano i casi di allergie stagionali nei bambini, causate principalmente dai pollini e dalle punture di insetti. «Le allergie primaverili possono influire significativamente sulla qualità della vita dei bambini, causando sintomi respiratori e cutanei che, se non trattati, possono peggiorare», spiega il professor Alessandro Giovanni Fiocchi, responsabile di allergologia del Bambino Gesù. I pollini, invisibili a occhio nudo, si diffondono nell’aria durante il periodo di impollinazione e possono provocare rinite, congiuntivite e asma. Le punture di api, vespe e calabroni, invece, possono scatenare reazioni allergiche, talvolta gravi. Lo scorso anno sono stati quasi 500 gli accessi al pronto soccorso dell’Ospedale per punture di insetti. Ecco i consigli degli esperti del Bambino Gesù per affrontare queste allergie, dai test diagnostici alle cure disponibili, fino alle misure di prevenzione più efficaci per proteggere i più piccoli.
Disturbi alimentari: Bambino Gesù, +60% di nuovi casi dal 2019
13 Mar 2025 Scritto da Ospedale pediatrico Bambino Gesù
Nel 2024 230 nuove diagnosi di disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (DNA) e 2.500 day hospital. L’Ospedale presenta i dati in occasione della settimana del Fiocchetto Lilla
Dal 2019, ultimo anno prima della pandemia di Covid 19, al Bambino Gesù le diagnosi annuali di disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (DNA) sono aumentate del 64% circa. In Italia secondo i dati del ministero l’aumento è stato di circa il 35%. In occasione della Settimana del Fiocchetto Lilla (10/15 marzo), l'Ospedale presenta i dati aggiornati sulla presa in carico dei pazienti e le strategie terapeutiche adottate per affrontare questa crescente emergenza. «I dati raccolti negli ultimi anni evidenziano un aumento dell'incidenza dei disturbi alimentari in età pediatrica e adolescenziale» spiega la dottoressa Valeria Zanna responsabile dell'Unità operativa semplice di Anoressia e Disturbi Alimentari dell’Ospedale.
I DISTURBI DELLA NUTRIZIONE E DELL’ALIMENTAZIONE
Anoressia nervosa, bulimia nervosa, disturbo da alimentazione incontrollata, disturbo evitanterestrittivo dell'assunzione di cibo (ARFID), disturbi alimentari non altrimenti specificati (NAS). In Italia circa 3,5 milioni di persone, pari al 6% della popolazione, soffrono di disturbi della nutrizione e dell’alimentazione: il 90% sono donne, anche se sempre più numerosi sono gli uomini che manifestano questi sintomi e si rivolgono a strutture specializzate (sono il 20% nella fascia di età 12- 17 anni). L'esordio di questi disturbi è sempre più precoce. Negli ultimi anni si è infatti registrato un abbassamento dell'età fino agli 8/9 anni. Ciò è verosimilmente dovuto sia all'abbassamento dell'età puberale nelle bambine che al sempre più diffuso impiego dei social network che facilitano confronti con modelli di bellezza irraggiungibili.
Per la loro complessità, si tratta di disturbi che richiedono la maggiore collaborazione possibile tra figure professionali con differenti specializzazioni (psichiatri, pediatri, psicologi, dietisti, specialisti in medicina interna etc.). Sia l'anoressia che la bulimia possono essere causa di complicanze mediche gravi se non trattate tempestivamente e adeguatamente. I disturbi alimentari nell'ambito delle patologie psichiatriche presentano il più alto indice di mortalità, in particolare, nel caso dell'anoressia nervosa il rischio di morte è 5-10 volte maggiore di quello di persone sane della stessa età e sesso. In Italia, i DNA causano ogni anno circa 4.000 morti.
I DATI DEL BAMBINO GESÙ: ANORESSIA NERVOSA, ARFID E ABBASSAMENTO DELL’ETÀ
Dal 2020, l'Unità operativa semplice di Anoressia e disturbi alimentari del Bambino Gesù ha registrato un incremento del 38% nell'attività clinica: i day hospital sono infatti passati da 1.820 a 2.420 del 2024. I dati raccolti negli ultimi anni evidenziano un aumento dell'incidenza dei disturbi alimentari in età pediatrica e adolescenziale. L'andamento annuale per età e diagnosi dimostra un incremento significativo dei nuovi accessi tra le fasce d'età più giovani (<10 anni e 11-13 anni) che sono passati dai 59 del 2019 agli 89 del 2024 (+50%).
Inoltre, la distribuzione delle diagnosi mostra un'incidenza rilevante di anoressia nervosa (AN-R, AN-BP e AN-A) e ARFID che dal 2019 sono rispettivamente aumentate del 68% e del 65%, confermando la necessità di protocolli di intervento sempre più mirati. Nel complesso, le nuove diagnosi di DNA sono aumentate del 64%, passando dalle 138 del 2019 alle 226 del 2024.
IL MODELLO TERAPEUTICO DEL BAMBINO GESÙ
Le principali linee guida nazionali e internazionali sul trattamento dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione in età evolutiva (quali le linee guida della Society for Adolescent Health and Medicine, del National Institute for Health and Care Excellence - NICE, e della Società Italiana di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza - SINPIA) sottolineano l'importanza del coinvolgimento familiare per un buon esito del trattamento. Il modello terapeutico adottato dal Bambino Gesù si basa su un lavoro multidisciplinare che coinvolge professionisti delle aree psicologica, nutrizionale, psichiatrica, endocrinologica e cardiologica, al fine di garantire un approccio integrato ed efficace.
«Un recente studio condotto dalla nostra equipe, attualmente in fase di revisione, ha messo in luce una preoccupante evoluzione dei disturbi alimentari – spiega la dottoressa Valeria Zanna - Negli ultimi anni, i pazienti più giovani presentano quadri psicopatologici più gravi, sia per la sintomatologia alimentare che per le caratteristiche psicologiche associate. Inoltre, i nuclei familiari di questi pazienti risultano più sofferenti, con difficoltà comunicative, una maggiore fragilità emotiva e un funzionamento complessivo compromesso».
Per far fronte a questa sfida, l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù adotta un trattamento calibrato su diversi livelli di intensità e frequenza, garantendo una presa in carico tempestiva e personalizzata. Il programma di Alta Assistenza, in particolare, prevede accessi in day hospital con pasto assistito, monitoraggio psichiatrico e nutrizionale, psicoterapia di gruppo per genitori e pazienti e incontri di psicoterapia familiare. Con il miglioramento clinico, l’intensità della frequenza si riduce e il trattamento si concentra sul potenziamento delle risorse individuali e genitoriali.
La quasi eterna gioventù grazie alla Monarda didyma l. Scienza e natura alleate per un invecchiamento in salute
13 Mar 2025 Scritto da Università di Padova
Team di ricerca del BioAging Lab dell’Università di Padova pubblica uno studio che indica in un estratto naturale la via sostenibile per contrastare l’invecchiamento biologico.
Rallentare l’invecchiamento biologico migliorando la qualità della vita e promuovendo un approccio green e sostenibile alla salute si può, grazie all’estratto naturale di Monarda didyma L. È quanto emerge da uno studio innovativo condotto dai ricercatori del BioAgingLab dell’Università di Padova diretto dalla prof.ssa Sofia Pavanello, i cui risultati sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica «GeroScience».
Comunicazione cervello-corpo: il ruolo delle piastrine
12 Mar 2025 Scritto da Università di Roma La Sapienza
Secondo lo studio coordinato dalla Sapienza e pubblicato sulla rivista Cell Reports, questi frammenti di cellule presenti nel sangue condizionano l’apprendimento e la memoria della paura
Accanto al ruolo cardine che le piastrine svolgono nella coagulazione del sangue e nel processo di emostasi, recenti studi hanno dimostrato che questi piccoli frammenti di cellule presenti nel sangue assolvono ad altre importanti funzioni. Se il ruolo delle piastrine nel sistema immunitario è noto, come esse agiscano nella modulazione delle interazioni neurologiche è un aspetto ancora poco indagato.
Le piastrine influenzano in qualche misura il comportamento? È questa la domanda di partenza dello studio, coordinato da Cristina Limatola del Dipartimento di Fisiologia e Farmacologia della Sapienza e recentemente pubblicato sulla rivista “Cell Reports”. La risposta sembra essere positiva: la ricerca, infatti, identifica le piastrine come un elemento chiave nella comunicazione cervello-corpo, in grado di attivare meccanismi che influenzano la memoria e il comportamento.
Individuati due marcatori biologici comuni ad Alzheimer e SLA
11 Mar 2025 Scritto da Università degli studi di Milano
I ricercatori dell’IRCCS Istituto Auxologico Italiano e del “Centro Dino Ferrari” dell’Università degli Studi di Milano hanno collaborato a un lavoro che ha scoperto come due biomarcatori nel sangue considerati specifici per la Malattia di Alzheimer risultino significativamente incrementati anche nella Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA). I risultati sono stati pubblicati su Nature Communications.
Nature Communications pubblica in questi giorni un rilevante lavoro che ulteriormente contribuisce a sottolineare quanto le patologie neurodegenerative confluiscano in comuni momenti patogenetici caratterizzati anche da comuni biomarcatori. In uno sforzo congiunto con diversi Centri in Germania, i ricercatori dell’IRCCS Istituto Auxologico Italiano e del “Centro Dino Ferrari” dell’Università degli Studi di Milano hanno largamente contribuito allo studio che rivela come, inaspettatamente, due biomarcatori nel sangue considerati specifici per la Malattia di Alzheimer (p-tau 181 e p-tau-217) risultino significativamente incrementati anche nella Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA).