Nel precedente articolo si è parlato di un “pensiero creativo” che si sviluppò in Europa a seguito dell’affermarsi delle teorie darwiniste. Questa seconda parte è dedicata ai post darwinisti in Germania, paese in cui la gestazione del pensiero ecologico (strettamente connesso agli assunti evoluzionisti) corrispose all’avanzamento della tecnologia, allo sviluppo economico e al diffondersi dell’istruzione tecnica mirata alla formazione dei nuovi dirigenti d’industria. Lo scenario era di grande espansione per le università tedesche ed era coerente all’ondata di finanziamenti per le imprese: dai 12.374 iscritti del 1848 il numero era aumentato, nel 1908, fino a 46.632, tra cui numerose donne. I politecnici rappresentavano le nuove energie del XIX secolo: nel 1872 fu fondata l’università di Strasburgo, ai primi del ‘900 la Westfalische Wilhelm Universität, l’Accademia di Poznan fu istituita nel 1903 e quella di Francoforte nel 1914.

Spenta l’ondata romantica, spente le prime eco che avevano accompagnato la scoperta di Darwin, rimaneva una perplessità di fondo che avrebbe accompagnato la coscienza di una transizione generazionale e l’avvio di un nuovo secolo, il ‘900, carico di promesse quanto di tragedie storiche. Dopo lo sgomento provocato dalla teoria darwinista nella società ottocentesca, si affermò un “pensiero creativo” che, affiancando lo studio sistematico degli oggetti nei laboratori a un nuovo modo di interpretare la conoscenza scientifica, portò anche all’allestimento dei primi nuclei museali.

Abbiamo lasciato per un momento i cinque giovani ricercatori ritratti ad Helgoland nella foto della “parte prima” (tra cui E. Haeckel ed A.Dohrn) per dedicarci alla particolare “evoluzione” delle teorie darwiniste nella Germania del ‘900 (“parte seconda”) e tornare, nel presente capitolo, alle storie che coinvolsero alcune importanti figure di scienziati dell’Italia unita.
Il periodo dopo il 1870 fu segnato dalla volontà di riorganizzazione legislativa e sviluppo industriale in un Paese che aveva necessità di adeguarsi rapidamente agli standard delle grandi potenze dell’Europa centrale: impresa non da poco, in considerazione delle profonde diversità che dividevano la penisola a causa delle recenti dominazioni straniere.

Il convegno «Biological Evolution – Facts and Theories. A critical appraisal 150 years after ‘The Origin of Species’» alla Pontificia Università Gregoriana (Roma, 3-7 marzo 2009): riflessioni di un paleo-antropologo

E’ stato un incontro fra scienza, filosofia e teologia, organizzato nell’ambito del programma STOQ (Science, Theology, and the Ontological Quest) con il patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura. L’impostazione del convegno è stata indicata da Mons. Gianfranco Ravasi (presidente dello stesso Consiglio), intervenuto nella sessione inaugurale, quando ha parlato di un dialogo da intraprendere “incrociando gli sguardi”.

 

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