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Due alpinisti italiani tenteranno la prima salita del Cho Oyu in Tibet, la sesta vetta più alta del mondo, senza portatori d’alta quota né ossigeno. A monitorarne le condizioni psicofisiche il Cnr di Pisa con il Centro Extreme. Dalle variazioni delle funzioni cognitive, si punta a comprendere meglio il funzionamento dell'ippocampo
Gli effetti dello stress da performance estrema in alta quota su alcune funzioni cerebrali saranno studiati dal Centro Extreme, che vede la collaborazione tra Istituto di Fisiologia clinica (Ifc) e Istituto di scienze e tecnologie dell’informazione (Isti) del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Cnr), Università e Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Le indagini verranno effettuate durante la spedizione degli alpinisti Cristian Balducci e Marco Rusconi, partiti oggi dall’Italia per tentare la salita del monte Cho Oyu in Tibet, la ‘Dea Turchese’, sesta cima più alta del mondo a 8.201 metri sulla catena dell’Himalaya. La salita – la prima per gli italiani - avverrà per la via Lato Nord e, se le condizioni meteorologiche lo permetteranno, Balducci tenterà anche la discesa in sci fino al campo base.
Uno studio multicentrico svolto nell’ambito del VI Programma Quadro rivela che i bambini che dedicano meno ore al sonno tendono a essere in sovrappeso rispetto ai coetanei che riposano di più
I bambini del Nord Europa dormono in media più dei loro coetanei dei paesi meridionali; i bimbi che frequentano la scuola dell’infanzia riposano più di quelli della primaria. Differenze esistono anche tra piccoli normopeso e sovrappeso: i primi dedicano al sonno 30 minuti di più a notte rispetto ai secondi. Sono alcuni dei dati contenuti nel progetto Idefics (Identification and prevention of dietary and lifestyle induced health effects in children and infants), uno studio multicentrico finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del VI Programma Quadro. La ricerca, pubblicata sulla rivista Sleep, ha coinvolto 16.224 bambini di età compresa tra i 2 e i 9 anni appartenenti a otto nazioni europee: Italia, Estonia, Cipro, Belgio, Svezia, Ungheria, Germania e Spagna. I piccoli sono stati divisi in due classi di età: 2-6 anni, scuola dell’infanzia; 6-9 anni, scuola primaria.
“L’ampiezza del campione, la sua rilevanza strategica in tema di prevenzione, le caratteristiche cross-culturali e l’uniformità delle procedure operative hanno reso il progetto adatto all’analisi dell’associazione tra durata del sonno e sovrappeso”, spiega Gianvincenzo Barba dell’Istituto di scienze dell’alimentazione (Isa) del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) di Avellino, tra i firmatari dell’articolo scientifico. “In particolare, è stato analizzato il rapporto tra durata del sonno e adiposità in età pediatrica”.
Più di ogni altra cosa, sono gli occhi dei bambini nati e vissuti nel posto colpito da un disastro nucleare a raccontare la verità su quanto accaduto. Nel 25esimo anniversario dell’incidente di Cernobyl, il WWF ripropone il reportage fotografico realizzato nel 2002 da Pino Bertelli e pubblicato nel volume “CHERNOBYL – Ritratti dall’infanzia contaminata”, a cui il WWF ha partecipando con il proprio patrocinio e con la redazione di testi. Nella sequenza di foto, le immagini crude si alternano alla tenerezza dei sorrisi. “Le fotografie dei bambini colpiti dalle radiazioni sono state scattate in alcuni istituti della Bielorussia – spiega l’autore -. Altre, invece, ritraggono i bambini incontrati intorno alla zona rossa, 30 chilometri dalla centrale, mai completamente abbandonata”.
Tanti anni fa, quando non esistevano le medicine , le acque termali erano i rimedi più usati per la cura di tante diverse malattie, e ciò non solo per una tradizione millenaria (già Plinio il Vecchio affermava che “Le Terme sono della medicina la parte migliore”), ma per la loro sperimentata efficacia. Un tempo quindi, laddove la medicina non sapeva dove trovare rimedio, la cura e la riabilitazione di un malato passavano necessariamente per le terme, e sappiamo che di tali cure si sono avvalsi tanti personaggi della musica, come per esempio fecero il grande Beethoven, che cercò di alleviare con dei bagni di acqua termale le proprie sofferenze, dalla sordità alla malattia epatica che lo finì, e anche Giuseppe Verdi e Ruggero Leoncavallo (il quale considerava le Terme di Montecatini il luogo ideale per le proprie creazioni). Ancora oggi, nonostante la grande diffusione dei farmaci di sintesi, le cure termali risultano avere una grande validità, tant’è che la medicina tradizionale le ammette tra le cure dispensabili per parecchi tipi di patologie, oltre che consigliarle a tutti coloro tengano al benessere del proprio organismo.
I geni sono sequenze di acido nucleico ( DNA ) che raggruppate in unità operative lungo i cromosomi regolano la produzione delle proteine, sia strutturali che funzionali.
Per strutturali si intendono quelle proteine che vanno a costituire organi o apparati ( es.- apparato scheletrico, renale, ecc.) , per funzionali quelle che svolgono una funzione biochimica nel meccanismo vitale degli organismi, ( Es. enzimi, emoglobina, immunoglobuline, ecc.) Il DNA è formato da sequenze specifiche di basi nucleiche.
In effetti il gruppo specifico del DNA è il TRINUCLEOTIDE formato o da una base purinica ( Adenina o Guanina ) o da una base pirimidinica ( Timina o Citosina ) , ciascuna base è legata ad un pentoso
( desossiriboso) e ad un gruppo fosforico.
Nel luglio del 2002 la Corte di Cassazione si è occupata di un argomento di notevole complessità e attualità. È stata sottoposto alla sua attenzione, precisamente, il problema dei c.d. "tumori professionali", in particolare modo, del tumore polmonare e del mesotelio (tessuto epiteliale che riveste le membrane seriose dell'organismo) da amianto.
Il caso, oggetto della decisione della Corte, riguardava lavoratori che, svolgendo attività in stabilimenti in cui si producevano, riparavano e demolivano carrozze ferroviarie, erano morti a causa di insorgenza di malattie, quali il mesotelioma pleurico, mesotelioma peritoneale, carcinoma broncogeno.
Vivere a contatto con la musica significa vivere meglio, e questa è una certezza assoluta.
Lasciando per un attimo da parte tutto ciò nella Musicoterapia viene ormai da anni praticato per molte patologie (fisiche e psichiche), è certo che con la musica la nostra esistenza compie senz’altro un salto di qualità, tant’è che è ormai risaputo che la pratica musicale aiuta ad alleggerire la pesantezza della quotidianità, aumenta la creatività, placa il dolore, rafforza il coraggio, raffina il gusto, stimola l’intelletto, protegge gli affetti e rinvigorisce la salute, agendo inoltre sullo sviluppo fisico e psichico di ogni soggetto influenzandolo positivamente dal punto di vista personale e sociale, divenendo in tal modo una risorsa importante della vita umana.
Il potere evocativo della musica è immenso, ed è certo la prima qualità che le si riconosce. Infatti, indipendentemente dalla nostra volontà, ogni musica sa far emergere in noi ricordi ed emozioni più o meno sopite, ci fa abbozzare riflessioni, ci sussurra idee e pensieri esaltandoci ed emozionandoci, e ci racconta storie, ci libera dalle oppressioni, ci porta messaggi universali, insomma, è una forza grandissima, nessun’altra arte può e sa fare tanto. Insomma, la musica è la panacea della vita, tutti ne abbiamo bisogno, dal concepimento alla morte.
E’ stato inaugurato il 13 giugno il nuovo punto nascita dell’Azienda Ospedaliera G. Brotzu. Alla manifestazione sono intervenuti l’assessore all’Igiene e Sanità Antonangelo Liori , il presidente della Commissione Sanità Felicetto Contu e Monsignor Giuseppe Mani che ha tagliato il nastro e impartito la benedizione dei locali. Il direttore generale Dottor. Giorgio Sorrentino e il primario di ostetricia e ginecologia Dottor. Costantino Marcello hanno illustrato il reparto, mostrando i nuovi macchinari e le modernissime tecniche di monitoraggio presenti.
Nel nuovo punto nascita gli ambienti sono accoglienti e vivaci , i macchinari se pur altamente tecnologici hanno l’aspetto di oggetti quasi ludici per forma e colore e il tutto da l’impressione di un posto piacevole in cui stare e rassicurante per la propria salute e quella del proprio piccolo.
L’importanza della musica nel ricordo di eventi, situazioni e persone è grandissima, così come la sua forza emotiva. Il motivo è che il cervello umano immagazzina suoni e ricordi in un’area ben precisa, la quale, sollecitata dai suoni, ritrova pensieri, ricordi ed emozioni legate alla musica.
Così ascoltare una canzone può essere come fare un tuffo nel passato, una situazione che è capitata e capita a tutti, una cosa talmente comune da suscitare la curiosità e l’interesse da parte di alcuni ricercatori americani dell’Università di Davis, in California, che, non accontentandosi della semplice esperienza, hanno cercato una spiegazione scientifica al legame tra musica e ricordi.
Un esperimento su un gruppo di 13 studenti sottoposto ad una risonanza magnetica funzionale nel momento dell’ascolto di alcune canzoni, è stato così condotto: le canzoni (un campione di 100 fra le più famose degli ultimi anni) sono state scelte fra quelle del periodo in cui i soggetti avevano un’età compresa fra gli 8 ed i 18 anni, prendendo in esame quindi un periodo fondamentale della loro vita di bambini ed adolescenti, ed il loro ascolto doveva essere in seguito riferito in collegamento ad uno o più ricordi.
Ogni giovane ha riconosciuto una media tra le 17 e le 30 canzoni del campione proposto, di cui una media di 13 legate a ricordi familiari o personali in genere piacevoli (canzoni imparate a scuola o a casa, quelle legate alle vacanze, al primo innamoramento e così via).
