Abbiamo scoperto -spiega Urska Vrhovsek, ricercatrice del Dipartimento Qualità Alimentare e Nutrizione del Centro ricerca e innovazione - che il mirtillo coltivato è del tutto simile nella composizione al mirtillo di bosco. Può contenere in media circa 200 mg/kg di una complessa miscela contenente fino a 23 diversi flavonoli. Una singola porzione di mirtilli (150 grammi), fornisce quindi in media 30 milligrammi di flavonoli, ossia due-tre volte superiore a quelli che vengono giornalmente assunti nella dieta occidentale. Questo significa che il mirtillo coltivato è in assoluto una tra le fonti più concentrate di flavonoli glicosidi nella dieta umana.
I ricercatori hanno utilizzato nove diverse cultivar di particolare interesse commerciale e agronomico per il Trentino: Augusta, Brigitta Blue, Chandler, Duke, Elliot, Hardyblue, Legacy, Simultan, provenienti da diversi siti europei tra cui Italia, Polonia, Romania, Germania, ma anche Stati Uniti e Australia.
Le piante sono state coltivate in trincee di 50 centimetri di profondità, foderate con tessuto permeabile e servite da un sistema di fertirrigazione a goccia. Le bacche sono state raccolte manualmente, immediatamente raffreddate e trasportate nel laboratorio di metabolomica, dove gli estratti sono stati attentamente analizzati con strumentazioni d'avanguardia, come la spettrometria di massa ad alta risoluzione.
MIRTILLO in cifre
Italia
La produzione attuale è di circa 1500 tonnellate a stagione (Fonte FAO 2009) ed è in forte aumento.
La varietà più coltivata in Italia è la Duke (50 % della produzione totale), seguita da Brigitta Blue (30%)
Trentino
La produzione di mirtillo, iniziata nei primi anni Novanta, grazie alla introduzione della varietà Brigitta, ha avuto un notevole aumento nei primi anni del Duemila per arrivare alle 680 tonnellate attuali (Fonte: Centro Trasferimento Tecnologico IASMA)
Flavonoli sono composti di origine vegetale appartenenti alla classe dei flavonoidi. La più studiata per le proprietà salutistiche è la quercetina.